«L’uomo non abbandona mai i luoghi dove vissero i suoi padri», riporta Maurizio Serafini citando l’esploratore maceratese Giuseppe Tucci: «I superstiti ritornano sempre lì a piantare le nuove case sulle antiche». Un sentimento reale, espresso più volte dai Sindaci dei territori martoriati dalle scosse di terremoto dello scorso agosto e del 26 e 30 ottobre. Volontà non soltanto “materiale”, come bene insegnava lo stesso Tucci, ma che pone le fondamenta su gesti civili e qualità morali, senza le quali non può esserci la speranza di una qualsivoglia forma di futuro. 

Tra questi “segni di rinascita”, due sono in evidenza in questi giorni: la venuta al mondo della piccola Noemi, uno dei tanti esempi possibili tra i figli “del sisma” e nata dall’amore una giovane coppia di Tolentino, Diego e Letizia, e l’esempio di due sposi, Carlo e Alessandra, che hanno deciso di trascorrere la loro “luna di miele” a Camerino, tra i paesi del Maceratese più colpiti dal nuovo sisma di ottobre (guarda i servizi di Tiziana Tiberi e Roberto Properzi per èTv Macerata, di seguito o sulla pagina YouTube dell’emittente).

«Il nome, dall’ebraico No’am, lo abbiamo scelto anche perché vuol dire gioia e delizia», ha scritto, a poche ore dalla nascita della sua primogenita, il tolentinate Diego Pinciaroli, nel ringraziare i tanti rallegratisi privatamente e sui social network con lui e la moglie Letizia Piergiacomi per questo lieto evento. «Una gioia dopo momento di difficoltà per tutti: abbiamo una vita in più nel nostro quartiere desolato di Vittorio Veneto (tra i più danneggiati a Tolentino, ndr). Rientreremo presto per dare una speranza anche a tutti i nostri vicini!».

Hanno invece pronunciato il loro “sì” sabato 29 ottobre Alessandra Ciarloni e Carlo Osimani che, dopo la scossa del giorno seguente, sono partiti da Senigallia indossando la divisa della Croce rossa italiana (leggi qui l’articolo sulle voci degli altri volontari Cri Macerata): «Abbiamo deciso di fare il nostro viaggio di nozze a Camerino», hanno affermato i due, stigmatizzando anche il clamore mediatico concentratosi sulla loro storia: «Per noi aiutare chi ha bisogno è una cosa normale – hanno detto -, come svolgere durante la settimana altre attività di Croce rossa».

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