di Jacopo Foglia*

Dopo le frequenti e pressanti scosse degli ultimi giorni, si è pensato di trasferire il corpo del Santo Vescovo Vincenzo Maria Strambi nella Basilica della Mater Misericordiae, trasportandoLo al sicuro ed al riparo dalla caduta dei calcinacci e riportandoLo alla venerazione dei fedeli.

Le reliquie del corpo del santo vescovo Passionista, sono state poste davanti all’Altare della santa Famiglia nell’ambulacro della Basilica della Madonna della Misericordia.

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San Vincenzo M. Strambi (Civitavecchia, 1 gennaio 1745 – Roma, 1 gennaio 1824) fu un religioso Passionista (Congregazione della Passione di Gesù Cristo, fondata da San Paolo della Croce) che illuminò con sapienza gli inizi della sua Congregazione. Eletto vescovo dell’allora Diocesi di Macerata-Tolentino, fu esemplare nella fedeltà al Papa. Missionario, teologo e guida spirituale, segnò uno dei periodi storici più turbolenti della storia. Uomo colto e grande oratore, famoso in Italia e – «il più popolare a Roma», come dicono i suoi contemporanei -, scrittore, direttore spirituale e consigliere di papi e santi, sempre fondato nella dottrina, caritatevole verso i poveri, i malati e gli orfani, pastore saggio ed autorevole, dettò norme per regolare istituzioni laiche ed ecclesiastiche, visse umilmente nella preghiera e nella devozione alla Passione di Cristo ed alla Vergine Maria, in maniera particolare della Madonna della Misericordia nel periodo in cui era pastore nella sua Diocesi.

San Vincenzo Maria Strambi
San Vincenzo Maria Strambi

Le cronache raccontate dal P. Stanislao dell’Addolorata, ci descrivono che passava lunghissime ore in preghiera alla finestrella della cappella dell’Episcopio, che si affacciava sul presbiterio del Santuario della Mater Misericordiae, su cui troneggia ancora oggi l’effige della Madonna e voleva che il Santuario fosse tenuto con massimo decoro e tutti gli anni si celebrasse solennemente la novena, chiamando i migliori predicatori dell’epoca.

Il fatto più importante per il quale i Maceratesi donarono a S. Vincenzo il titolo di Padre della Patria, fu quando nel 1815 il santo vescovo intuì il pericolo gravissimo delle truppe di Murat, che dopo la sconfitta riportata nella Battaglia di Tolentino, volevano trincerarsi dentro Macerata. S. Vincenzo dopo aver sostato lunghe ore di preghiera davanti al quadro della Madonna della Misericordia, si mosse incontro all’esercito in rotta e con la forza della sua eloquenza persuase Murat ad andarsene. Mentre usciva dalla Città per incontrare il generale, il santo vescovo diceva a chi lo accompagnava: «la Madonna ci ha fatto la grazia!» E pochi giorni dopo salvò ancora una volta Macerata da un rovinoso saccheggio da parte dei vincitori della battaglia di Cantagallo.

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foto Roberto Dell’Orso

Altro episodio che ricorda la Civitas Mariae fu nel 1821, quando ricorse il primo centenario dell’incoronazione della Madonna della Misericordia. San Vincenzo fece svolgere numerose liturgie solenni in Cattedrale trasportando la venerata effige sull’altare maggiore. Durante lo svolgimento di una funzione, radunato tutto il popolo davanti alla loro Patrona, la domenica del 25 Agosto alle 3 di pomeriggio, un fulmine entrò dal finestrone del presbiterio, rischiando di colpire la sacra immagine, che miracolosamente restò illesa con tutte le suppellettili solenni e non ci furono conseguenze per il popolo che era in preghiera. Il giorno dopo il Santo Pastore celebrò una S. Messa di ringraziamento con le Autorità Cittadine, in onore della Madonna per lo scampato pericolo e venne offerto un singolare ex-voto d’argento che tuttora si può ammirare nella Basilica a Lei dedicata.

Al termine della sua vita, Mons. Strambi venne chiamato da Papa Leone XII in qualità di confessore e consigliere personale. Il 21 novembre 1823, quando lasciò Macerata per Roma tra il pianto generale dei suoi fedeli, partendo confidò: «Macerata l’ho amata sempre e ne sono stato riamato. Macerata la porto nel cuore!» 

Quindi, portare il corpo del Santo Vescovo Vincenzo M. Strambi nella Basilica della Madonna della Misericordia è stato come un riportare il Santo accanto all’immagine che tanto amava e faceva amare dal suo popolo per infondergli speranza nei momenti più dolorosi e provati della Città.

I tempi che viviamo noi sono faticosi ed impegnativi come quelli vissuti dal santo presule, seppur di diverso contesto storico; si auspica, perciò, che tutti i fedeli di Macerata e della Diocesi ritornino ad invocare la potente intercessione di S. Vincenzo M. Strambi.

*Direttore dell’Ufficio diocesano per i Beni Culturali Ecclesiastici

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