Accade ogni anno che in Diocesi, in occasione della Settimana di preghiera per l’unità dei Cristiani, ci si ritrovi tra cattolici, battisti, anglicani, metodisti, avventisti, ortodossi e non solo; insieme per pregare e meditare la parola di Dio in comunione. Quest’anno però la veglia ecumenica ha assunto un sapore particolare, un po’ perché la location è diversa dal solito, il terremoto infatti sta negando ai fedeli cattolici di riunirsi nella propria cattedrale, un po’ perché quest’anno a organizzare la celebrazione è stata la chiesa Evangelica Battista di Tolentino e delle Marche. È comunque una sensazione sempre più diffusa che l’ecumenismo sta facendo grandi passi in avanti e in questo 2017, a 500 ani dalla riforma luterana, possiamo condividere le parole della pastora metodista Greetje van der Veer: «500 anni sono tanti, la ferità c’è ma non fa più male».

Ad aprire la celebrazione sono state le parole del pastore evangelico Luis Giuliani: «È davvero un bel segno – ha detto – che i cristiani oggi festeggino ciò che cinque secoli fa li ha divisi. Siamo chiamati ad accoglierci come cristo ci ha accolto. Motivati e costretti dall’amore di Cristo potremmo guardarci gli uni per gli altri come un dono reciproco».

È una frase tratta dalla seconda lettera di san Paolo ai Corinti, “L’amore di Cristo ci spinge verso la riconciliazione”, il tema sul quale i cristiani di tutto il mondo sono stati chiamati a riflettere. «La passione di Paolo per la totalità dell’annuncio evangelico – ha detto il vescovo Nazzareno Marconi durante l’Omelia – va trasmessa ad ogni credente, ognuno deve svolgere questo servizio di bene che è la riconciliazione di ogni uomo con Dio, base della riconciliazione degli uomini tra di loro. Il ricordo dei 500 ci domanda, senza giudicare nessuno, di chiedere perdono a Dio per non essere stati capaci di superare i pur legittimi contrasti con una generosa riconciliazione. Ma possiamo lodare la grandezza di Dio capace di produrre cose buone anche attraverso dalla nostra divisione».

Tanti i “mattoni” del muro che separa le diverse confessioni cristiane, rappresentate nella serata di ieri da diversi peccati, come “mancanza di amore”, “intolleranza”, ”abuso di potere”, “orgoglio” tutti insieme simbolicamente a formare un muro che dopo aver chiesto perdono al Signore, si è trasformato in una croce.

Padre Marius Gosea, Cappellano della Comunità Cattolica Romena di rito Bizantino, commentando il gesto ha detto: «Ha parlato per noi questo muro, così dev’essere anche il nostro cuore. E per farlo dobbiamo essere messaggeri dell’amore di Gesù e proseguire in questo cammino di unità, diventando come dita, che insieme formano una mano».

Voce anche alle chiesa ortodossa, rappresentata da Padre Andrej Grigoras, che ha portato il messaggio dell’arcivescovo di Italia e Malta: «È dovere per noi mostrare riconoscenza di quanto Cristo ha fatto per noi, per diventare suoi autentici discepoli. Siamo chiamati a costruire ponti di pace per appianare la strada alla realizzazione del testamento di nostro signore».

Un pensiero particolare è andato anche al terremoto, e a tutti colore che ne stanno subendo le conseguenze nelle nostre terre. «L’augurio è che tutta la solidarietà che il sisma ci ha portato continui a mostrare i suoi frutti» ha detto la già citata pastora della chiesa Evangelica metodista; mentre Paolo Matcovich, direttore dell’ufficio diocesano per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso, si è rammaricato del fatto che entrambi i luoghi di culto che la Diocesi cattolica ha offerto alla Chiesa ortodossa risultano ora inagibili: «Questi fatti ci invitano ad compiere un cammino intercristiano nella buona e nella cattiva sorte, proprio come stiamo facendo qui questa sera, ospiti della chiesa Battista».

Celebrante dell’intera veglia ecumenica è stato il dottor Giovanni Arcidiacono, presidente dell’Unione cristiana evangelica battista d’Italia (Ucebi), il quale ha concluso la serata con un importante messaggio: «Ringrazio il Signore per quei muri che ci hanno diviso e che oggi stanno cadendo, perché grazie al lungo cammino ecumenico abbiamo superato momenti anche molto difficili, durante i quali ci sono state anche delle persecuzioni. Oggi l’ecumenismo è concreto, e non è un evento delle Chiese coinvolte ma dello Spirito Santo».

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