Un protocollo per siglare un’intesa che va oltre la formalità e individua nella creatività e nell’educazione scolastica il perfetto connubio in grado di unire due eccellenze del territorio. A firmarlo, nella mattinata di ieri, 4 febbraio, nella prestigiosa cornice del Teatro Persiani, il Comune di Recanati, nella persona del sindaco Francesco Fiordomo, e l’Accademia di Belle Arti di Macerata, rappresentata dalla sua direttrice, Paola Taddei, originaria proprio della città leopardiana.

Alla presenza dei dirigenti scolastici recanatesi, Giovanni Giri e Giuseppe Carestia, si è dunque rinnovata la collaborazione avviata tre anni fa grazie ad un’idea promossa dall’assessore alle Culture, Rita Soccio. Il progetto prevede la presenza degli studenti dell’Abamc nelle scuole recanatesi – sono coinvolte le classi Primarie dell’Istituto comprensivo «B. Gigli» e quelle di San Vito per l’Ic «Badaloni» -, per un tirocinio del tutto originale, in cui rendersi docenti, coadiuvati ovviamente dalle insegnanti, e insegnare i piccoli ad esprimersi attraverso le arti visive e multimediali per i più grandi.

«Crediamo in un territorio che sa mettere in rete le migliori risorse – ha affermato Fiordomo – e tra le tante realtà maceratesi con cui lavoriamo e ci confrontiamo spicca anche l’Accademia: tramite questa formula di cui oggi si rinnova la stipula i ragazzi sono davvero protagonisti».

A spiegare la genesi del felice sodalizio educativo è stata quindi la Soccio che ha spiegato come, accanto alla musica e all’attività motoria, non può mancare nel percorso scolastico un’attenzione ancora più curata per l’arte e l’immagine. Da questo input, l’avvio di una serie di stage che hanno subito visto nelle maestre un fattivo coinvolgimento, quali “ponti” necessari tra gli studenti maceratesi e gli scolari.

Un momento della conferenza stampa svoltasi ieri a Recanati

«L’arte – ha sottolineato l’assessore comunale – non si riduce a semplici disegni, che pure costituiscono un esercizio importante da svolgere in classe. L’arte è qualcosa da amare, fin dalla tenera età, e questa proposta ha suscitato fin da subito l’entusiasmo delle insegnanti così come dei ragazzi coinvolti. Il protocollo d’intesa in questione, vale la pena sottolinearlo, è aperto e possono attivarsi anche altre scuole».

La parola, dunque, alla direttrice Taddei, entusiasta di un’esperienza che prosegue con ottimi risultati, anche attraverso il coordinamento della professoressa Eleonora Sarti, e permette agli studenti dell’Accademia di Belle Arti un primo approccio sul fronte lavorativo dell’insegnamento. «Il mio unico vincolo – ha dichiarato – era ed è legato alla presenza costante delle maestre, filtro imprescindibile per la didattica durante le lezioni: i ragazzi che intraprendono questo percorso non sono docenti e rappresentano un “mezzo” per arrivare ai bambini».

Con «un bacino di utenza importante» e i suoi «1200 iscritti», l’Abmc è innegabilmente un fiore all’occhiello per le Marche e non solo, grazie alla qualificata «offerta formativa che attrae anche studenti provenienti dalla Puglia e che viene sostenuta da docenti professionisti». Le arti visive, allora, come “colorata” palestra in cui esprimere talenti, di cui la nostra terra, martoriata dal terremoto, è ricca. «Guardo sempre con vivo interesse ai rapporti che l’Accademia riesce a tessere con le istituzioni locali, civili e culturali. La collaborazione – ha proseguito – è sempre sinonimo di vitalità, ed è per questo che è forte il desiderio di alimentarla sempre più».

Di questa stimolante “linfa” è un esempio l’Istituto Restauro Marche che ha sede nel settecentesco convento di san Giovanni Battista, a Montecassiano. Si tratta di uno dei cinque poli riconosciuti dal Mibact e dal Miur in Italia ed è proprio qui, ha annunciato per l’occasione la guida dell’Accademia «che verrà svolta la diagnostica delle opere d’arte salvate dal terremoto, in sinergia con l’Università di Camerino. Non sarà semplice dato che sono parecchie, ma ci attiveremo in questo luogo così caratteristico per una mappatura, una sorta di censimento delle opere d’arte che hanno subito delle lesioni».

Tornando al capitolo scuola, un plauso, infine, è arrivato anche da parte del professor Giri, che ha valorizzato questa iniziativa che contribuisce a potenziare il valore culturale della comunità recanatese, mentre il dirigente Carestia ha ribadito come, nella crescita psicologica dei ragazzi, «ben vengano idee poliedriche come queste, mirate ad accrescere, nel territorio, lo sviluppo degli esseri umani».

Un impegno che da Recanati a Macerata, piccole, grandi città, si traduce da parole in fatti, in questa fetta d’Italia non promossa a Capitale della cultura ma pur sempre detentrice e culla di fantasioso ingegno.

Da sinistra: Giuseppe Carestia, Francesco Fiordomo, Paola Taddei e Rita Soccio. In piedi: Giovanni Giri

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