«Un’altra parola che si è perduta nel discorso, ricominciare, senza perdere la capacità di sognare, sognare il riprendersi, avere il coraggio di sognare una volta in più». Con queste parole papa Francesco si è rivolto alle popolazioni colpite dal sisma, nell’udienza generale dello scorso 5 gennaio. «Ho voluto prendere le vostre parole per farle mie – ha aggiunto il papa -, perché nella vostra situazione il peggio che si può fare è fare un sermone».

A distanza di un mese da quell’incontro con il Papa, il presidente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana, Matteo Truffelli, accompagnato dal vescovo Nazzareno Marconi, incontrerà giovedì 9 febbraio alle ore 19.30 presso la parrocchia ‘Santa Famiglia’ di Tolentino la popolazione colpita dal sisma della diocesi di Macerata; di seguito visiterà Castelraimondo.

La scelta di in incontrarsi a Tolentino è stata naturale, in quanto rappresenta il nucleo abitato più densamente popolato tra quelli colpiti dal sisma dello scorso 30 ottobre. La visita è un omaggio a chi, nonostante le difficoltà, non si è arreso davanti alla catastrofe e continua a nutrire speranza, “circondato dalla gioia” (tema associativo di Azione Cattolica di quest’anno, ndr). L’Azione Cattolica ha promosso alcuni gemellaggi e anche la parrocchia Santa Famiglia di Tolentino è stata protagonista di un gemellaggio con l’Azione Cattolica di Cassano d’Adda.

Il presidente diocesano di Azione Cattolica, Roberto Serrani, ci spiega che «accogliendo un invito fatto dall’Azione Cattolica diocesana, il presidente nazionale di AC, Matteo Truffelli, accompagnato da altri membri della presidenza nazionale verrà in visita nelle nostre zone, così fortemente colpite dal terremoto. Sarà un momento di incontro, di ascolto della testimonianza di chi ha visto sconvolta la propria quotidianità e di speranza, alla luce della fede».

«Misericordia è anche desiderio di essere misericordiosi – dice Truffelli -, di aprire il nostro cuore alla vita delle persone, di farci vicini alla vita di ciascuno, di chi ci è accanto… Misericordia è essere consapevoli che le grandi questioni, i grandi problemi, che sembrano passarci sopra la testa, in realtà non ci passano sopra la testa, ma hanno volti, nomi, storie concrete, che sono storie di persone che vivono anche accanto a noi, nelle nostre strade, nei nostri quartieri, nelle nostre città».

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