«Maggiore tempestività» nella salvaguardia dei numerosi beni culturali presenti nella città camerte e disseminati nei paesi limitrofi. È la richiesta che il vescovo di Camerino-San Severino Marche, monsignor Francesco Giovanni Brugnaro, ha rivolto al ministro dei Beni e delle Attività culturali, Dario Franceschini, in visita oggi, 14 febbraio, nelle Marche per verificare i danni provocati dal terremoto che dall’Ingv è stato definito «sequenza sismica di Amatrice, Norcia e Visso».

Ad accogliere il ministro nella zona rossa di Camerino è stato il sindaco Gianluca Pasqui, che, alla presenza di altre autorità, tra cui il prefetto Roberta Preziotti, gli ha illustrato la situazione generale, relativa agli immobili ma, in particolar modo, alla popolazione: prima del 30 ottobre la cittadina dell’entroterra maceratese ospitava 7mila abitanti, mentre ora l’intero centro storico è disabitato, con la maggior parte dei palazzi lesionati. Dario Franceschini «ha preso atto degli ingenti danni subiti dal patrimonio abitativo e architettonico del nostro territorio», spiega il vescovo, che lo ha seguito nel percorso. «Mi si spezza il cuore a vedere che l’identità di questi luoghi, molto spesso data dai simboli della cultura e della religione, sia così pesantemente ferita», ha dichiarato da parte sua il ministro, osservando la desolazione causata dal fenomeno tellurico iniziato il 24 agosto scorso, con cui anche le Chiese locali marchigiane stanno facendo massicciamente i conti.

Circa le problematiche in cui, in particolare dopo l’ultimo crollo che ha interessato una parte consistente della volta, versa la chiesa di Santa Maria in Via, uno dei simboli del sisma che ha colpito il Centro Italia, «Franceschini – riferisce poi Brugnaro – era già debitamente informato: per quanto concerne il recupero della struttura procederanno i Vigili del Fuoco per la zona anteriore, mentre spetterà alla Soprintendenza la “cura” dell’abside».

«Abbiamo ben chiarito al ministro che, dopo il terremoto, c’è il post-terremoto – prosegue il presule – e ci si può organizzare per custodire tutto il patrimonio di questa parte d’Italia che rinascerà. Per le opere non particolarmente rovinate ci si può attrezzare con adeguate strutture già esistenti, potenziandole magari con sistemi di sorveglianza più efficaci». Dal ministro stesso, infine, è giunta «la proposta – conclude Brugnaro – di far nascere dei gruppi di restauro negli appositi luoghi individuati qui nelle Marche».

(foto Luca Maria Cristini)

«C’è un impegno forte – ha riferito inoltre Franceschini all’Ansa -, in termini di risorse e di risorse umane, per affrontare un’emergenza straordinaria. Uno sciame sismico di queste dimensioni non si era mai verificato. Ministero, Protezione civile e Vigili del fuoco stanno facendo il massimo, con garanzie ai sindaci, che oggi sono venuto a ribadire, che i centri storici saranno ricostruiti esattamente come sono».

Oltre al Comune camerte, il titolare del Mibact ha fatto tappa a Matelica per poi spostarsi ad Osimo, per l’inaugurazione della mostra delle 120 opere d’arte della rete Museale dei Monti Sibillini, provenienti dai territori colpiti dal terremoto e provvisoriamente ricoverate a Palazzo Campana. Ultima tappa della giornata ad Ancona, dove visiterà il deposito attrezzato di altri capolavori provenienti dalle zone terremotate allestito alla Mole Vanvitelliana.

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