Difficile a Macerata, soprattutto per chi ha rivestito o riveste ruoli istituzionali, sociali o associativi, non conoscere il giornalista Maurizio Verdenelli figura storica della redazione de “Il Messaggero” di Macerata, inviato speciale per lo stesso giornale anche in Umbria, Lazio e Abruzzo, e prezioso “amico” dapprima del settimanale e oggi di Emmausonline. Una lunga carriera di giornalista con una tappa anche a “Il Corriere della Sera”.

Domenica 26 marzo, nell’aula magna del Centro di formazione Rai a Ponte Felcino (in provincia di Perugia), Verdenelli ha ricevuto un importante riconoscimento dall’Ordine dei Giornalisti. Un premio meritatissimo per una carriera ricca d’incontri, d’inchieste e di libri come quello presentato poco tempo fa ai ragazzi dell’Ipsia “Corridoni” di Macerata su una figura fondamentale e una morte ancora tutta da chiarire “Enrico Mattei, il futuro tradito” (leggi qui l’articolo).

Verdenelli con i ragazzi dell’Ipsia “Corridoni”

Non si smetterebbe mai di ascoltarlo: ricordi, esperienze professionali, caratteristiche di personaggi conosciuti, aneddoti. Giustamente orgoglioso di alcuni scoop come quello che lo vide protagonista sulla scomparsa sopra Bolognola di Jeannette May, ex baronessa De Rothschild e della sua ex governante, Gabriella Guerin. A distanza di 37 anni, un caso tuttora irrisolto seppure archiviato come “morte bianca”, anche se a intervalli più o meno lunghi emergono ancora testimonianze clamorose che vorrebbero legare oscure vicende italiane e internazionali a questo intricato mistero all’Inglese. Oppure dei retroscena della Storia di Liberazione di Macerata dai nazifascisti grazie ai partigiani della banda Nicolò del comandante Augusto Pantanetti: in quel caso Verdenelli raccolse la testimonianza del maresciallo Antonio Minischetti di Roma che aveva preso parte alla “battaglia dimenticata” a Colbuccaro della Nembo contro i tedeschi, tanto che ora la storia è stata riscritta e a Colbuccaro c’è proprio un monumento che ricorda quella “battaglia” dimenticata.

Verdenelli, a destra, con lo storico fotografo de “Il Messaggero” Pietro Baldoni, detto “Briscoletta”

Per Verdenelli “Il Messaggero” non è stato solo cronaca ma anche passione civica e battaglia culturale. Da 15 anni ormai lavorava nella redazione maceratese quando, seduto nel noto bar Mercurio, l’altrettanto noto e indimenticabile arch. Mario Crucianelli, allora suo fiero antagonista per scelta ideologica di campo, parlando con Francesca Benadduci, collaboratrice della redazione, le disse: «Ma lo sa che il suo capo non è riuscito in tutti questi anni a farsi neppure un amico da queste parti?». Dirà poi, lo stesso Verdenelli, che quello per lui fu il massimo elogio e il più bel complimento che potesse avere. Con Crucianelli, qualche anno dopo, siglò un’umanissima pace tanto che l’architetto gli dedicò un polemico libretto: “De minimis non curat pretor”.

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