“Donne Sospese” è il titolo della nuova mostra personale del fotografo Massimo Zanconi inaugurata ai magazzini Uto, in via Antonio Gramsci 36, di Macerata. Aperta fino al prossimo 20 maggio, l’esposizione è composta da ventidue opere, ritratti di donne, dove il protagonista assoluto diventa lo sguardo, rivelatore di una identità che si gioca tutta nel rapporto tra chi osserva come spettatore e il soggetto ritratto negli attimi che quasi per magia questi scatti sottraggono al tempo.

In una sorta di magnifica primavera, le donne ritratte somigliano a fiori multicolori di un prato floridissimo, ognuno con la sua specificità cromatica e ognuno con la sua fragranza; qui, però, colori e dolori sono quelli delle identità, che dietro le maschere, queste donne portano con sé, incantando appunto come fiori il viandante che le osservi. Così, da semplici oggetti ritratti le protagoniste di questi scatti divengono eroine attive di azioni che siamo chiamati, mentre le ammiriamo, a supporre, immaginare, sognare, rapiti da quelle loro suggerite identità. Scatti che restituiscono a chi li osserva con pazienza e ammirazione, un senso di bellezza e smarrimento in cui sono in gioco i perimetri del mondo pre-stabilito: sogni, ribellioni, pensieri di dolcezza e sovversione e ci ricordano quale soave, indefinibile miracolo sia la presenza femminile sulla terra.

Massimo Zanconi nasce e vive a Macerata, città cara, vissuta e fotografata fino al midollo, dove la sua passione per la fotografia trova tutt’ora ampio respiro artistico e professionale. Con un bagaglio emotivo e professionale legato ad un passato analogico, sperimenta fin da subito le nuove tecniche digitali, facendole proprie ed ottenendo il massimo dalle sue sperimentazioni artistiche, che trovano il loro acme nelle varie mostre collettive e personali che Massimo ha firmato nel corso degli anni.

Nel 2015 la sua prima pubblicazione “Macerata la mia città” e tra le varie collaborazioni, viaggi a Cuba e spedizioni al Polo Nord. Massimo racconta attraverso l’obiettivo la sua continua ricerca dell’immagine perfetta, perfezione che tuttavia non trova espressione tanto nella tecnica quanto nella capacità di raccontare l’altro, il non detto, il non visibile, ciò che possiamo ricondurre alla misteriosa ed impenetrabile galassia dei sentimenti e delle emozioni. Zanconi riesce a condurci, con scrupolosità di dettagli, in quei mondi, che non solo fotografa, ma vive. È proprio nella sincerità di quel vissuto dove è possibile identificare la cifra stilistica di Massimo, mai statica, mai scontata, sempre alla ricerca di qualcosa in più da raccontare.

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