si è tenuta presso palazzo Pantaleoni di Macerata, la conferenza “Malattia e salute al tempo della globalizzazione”, in occasione dei 14 anni dalla morte di Carlo Urbani. L’iniziativa è stata proposta dalle associazioni Inrca, con la partecipazione del direttore Gianni Genga, e dall’Aicu (Associazione Italiana Carlo Urbani).

Il discorso di accoglienza del rettore Francesco Adornato, ha subito messo in evidenza il fatto che malattia e salute ripropongono ancora oggi disuguaglianza fra la popolazione anche di uno stesso paese e questo deve essere combattuto; poiché salute significa anche possibilità di vivere in un posto salubre sia dal punto di vista sanitario, che sociale ed era proprio questo il progetto di Carlo Urbani. Diversi erano gli ospiti presenti intervenuti in seguito, fra cui il presidente dell’Aicu, Emilio Amadio, il quale ha conosciuto personalmente il medico Urbani ed il suo attivo impegno per i bisognosi («È il prototipo di medico che si occupa della salute dimenticata», spiega). Aveva costituito anche un gruppo di volontariato che organizzava vacanze per i ragazzi affetti da handicap, ha fatto parte dell’associazione Medici Senza Frontiere lavorando in paesi come Vietnam, Guinea o Cambogia.

Specializzato in malattie infettive, morirà il 29 marzo 2003 della malattia che lui stesso aveva contribuito a scoprire: la Sars, una forma atipica di polmonite molto violenta. Amadio ha letto anche parte di una lettere di Carlo Urbani dove è scritto: «Salute e dignità non sono scindibili». È proprio questo il grande insegnamento che questo medico ha lasciato a noi ed ai suoi figli, come ci racconta Tommaso Urbani. Grazie all’intervento del delegato del rettore Erik Longo è stato sottolineato che Urbani si è occupato di salute anche dal punto di vista costituzionale e, soprattutto, dei diritti: «Abbiamo un obbligo morale nei confronti degli altri popoli del mondo».

Da sinistra, il prof. Longo e il rettore Adornato

Il professor Luigi Alici ha trattato invece i temi: vite fragili e cura preziosa.  «La malattia è contagiosa, la salute no, ma occupandoci di salute diminuiamo di gran lunga la diffusione della malattia – dichiara -, siamo preziosi in quanto fragili e siamo fragili perché limitati e poichè ci feriamo, dunque nel circolo fra prendersi cura delle persone fragili e delle loro ferite risiede il rapporto fra medicina e società». Il professore ha poi focalizzato l’attenzione sul forte bisogno di reciprocità fra medico e paziente, rapporto che è diventato ormai contrattualistico e fondato sulla distanza. Quest’ultimo dovrebbe essere rivisto in quanto molto importante,non solo in campo medico, ma anche educativo.

Il convegno si è svolto nell’Aula Gialla del Polo Pantaleoni

Al convegno erano presenti anche il condirettore Health Innovation Practise, Nicoletta Dentico, il professore Sebastiano Porcu, il presidente dell’associazione sulla formazione dei giovani operatori di salute Ivo De Carneri, il chirurgo Gabriele Pagliariccio.

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