Dal 1° al 4 giugno, una trentina di studenti di Gs (Gioventù studentesca) delle scuole superiori di Forlì, accompagnati da alcuni adulti, insegnanti e non, sono stati a Tolentino, portando anche ciò che tra loro hanno potuto raccogliere, ma soprattutto desiderosi di stare tra quanti sono stati colpiti dal terremoto: dal centro del Beato Rizzerio a Muccia, ai bambini residenti ai moduli di Tolentino, ai bambini dell’aiuto allo studio del Colsalvatico e degli oratori del centro storico, ai ragazzi della S. Famiglia. Hanno offerto momenti di gioco e ricreazione, con gli anziani a Muccia, con i bambini a Tolentino. Per finire con una sorta di gemellaggio molto significativo: ogni ragazzo di Forlì ha affiancato un ragazzo della S. Famiglia che si sta preparando alla cresima, diventandone quasi un padrino, avviando un rapporto privilegiato di amicizia e vicinanza e l’impegno a ritrovarsi proprio in occasione della cresima.

Un’esperienza del tutto particolare, che non vede la sua rilevanza solo nella somma lasciata per continuare le attività future delle realtà incontrate, quanto per l’incontro personale. I ragazzi di Tolentino hanno raccontato cosa è significato e cosa comporta ora il terremoto nella propria vita: alcuni senza casa, altri con gli amici lontani, la situazione precaria della scuola. Semplicemente si sono testimoniati come si può vivere anche in situazioni di disagio e sofferenza. “Nella vita di ognuno c’è un terremoto”, qualcuno ha detto, “e quindi è importante testimoniarsi come si può vivere anche nelle circostanze tristi”.

Significativa anche l’ospitalità offerta ai ragazzi dalla Protezione Civile. Mentre i ragazzi di Tolentino si stavano organizzando per l’accoglienza con varie sistemazioni provvisorie, il responsabile tolentinate, Duilio Bellini, con l’approvazione del sindaco Pezzanesi, ha messo a disposizione dei moduli abitativi nel villaggio in via Colombo, temporaneamente. Un modo per stare ancora di più tra chi vive il disagio del terremoto e per conoscere direttamente ed apprezzare i molti volontari, in primis della Protezione Civile, come Lorenzo Bistocco, Mirko Bibini e Rita Katia Colucci, tutti prestano il loro tempo ed impegno con grande dedizione.
Uno sguardo anche alla bellezza del nostro territorio: all’Abbadia di Fiastra, fortunatamente aperta; alla Basilica di S. Nicola, potendo pregare davanti l’urna del Santo, conoscendo la sua vita attraverso il diorama ed intuendo la bellezza ed il significato del ciclo di affreschi del Cappellone con la Mostra, prodotta ed allestita dal Circolo Colsalvatico in attesa della riapertura.

La ricostruzione sarà compito delle istituzioni, ma il rapporto umano e la solidarietà saranno il centro della vera ricostruzione, quella della speranza umana. In questo i giovani hanno molto da testimoniarci.

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