L’Istituto storico della Resistenza di Macerata e il Comune di Macerata, con l’ausilio del Comando provinciale dei Carabinieri, hanno promosso, per l’8 settembre, una giornata in ricordo di Pasquale Infelisi, Comandante del gruppo Carabinieri di Macerata, fucilato il 14 giugno 1944 dai nazifascisti per disobbedienza ai loro ordini.

In mattinata si è svolta la deposizione di una corona ai piedi della stele marmorea dedicata proprio al Maggiore Infelisi in via Achille Campanile, luogo che fu teatro della brutale esecuzione. Nel pomeriggio, poi, a Palazzo Buonaccorsi, la toccante cerimonia commemorativa, con la partecipazione del vice sindaco e assessore alla Cultura Stefania Monteverde, della direttrice dell’Isrec Annalisa Cegna, del Maggiore del Comando provinciale dei Carabinieri di Macerata Luigi Ingrosso e, sempre per l’Isrec, Marco Fiori.

Annalisa Cegna

La Cegna ha descritto l’importanza dell’iniziativa e anche quanto, allo stesso tempo, sia poco conosciuto il sacrificio del Comandante Infelisi «in nome della libertà e dei valori democratici, venuti meno nel periodo fascio-nazista». Subito dopo ha preso la parola il vice sindaco Monteverde, che ha ringraziato i presenti e sottolineato quanto sia importante «diffondere la storia del sacrificio di Infelisi, specie nelle scuole a docenti e studenti tutti».

Uno dei momenti più toccanti è stato l’intervento del Maggiore Ingrosso, il quale ha posto l’attenzione sulle ragioni della disobbedienza di molti Carabinieri in quegli anni, «di fronte a soprusi e tirannie dei potenti contro le fasce di popolazione più deboli».

Da sinistra, il Maggiore Ingrosso, Cegna e Fiori

A dimostrazione delle sue parole e del forte attaccamento del corpo dei carabinieri ai valori di democrazia e libertà, Ingrosso ha letto il messaggio che lo stesso Infelisi scrisse come testamento prima di essere giustiziato: «Non si può aderire a una Repubblica come quella di Salò, illegale dal punto di vista costituzionale e per di più alleata a uno straniero tiranno, per poi essere agli ordini della guardia nazionale repubblicana dove molti dei suoi componenti hanno solo il merito della violenza e della sopraffazione, mentre l’Arma ha sempre difeso le leggi dettate da governi legalmente costituiti e ha protetto i deboli contro i prepotenti».

Marco Fiori, membro dell’Isrec, che si è occupato di molte altre stragi di questo tipo, ha infine spiegato come il gesto di Infelisi fu eroico e che, in un contesto disastroso come quello della Seconda Guerra mondiale, dove i valori dell’uomo e le libertà democratiche venivano calpestate ogni giorno dai fascisti e nazisti, «fu davvero esemplare per molti».

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