Si respira aria consumata nel piccolo teatro di Osimo che ospita una conferenza di Franco Cardini. La serata volge al termine: una cavalcata attraverso i secoli che ha illustrato la storia di un rapporto, quello tra Europa e Islam, spesso oggetto di fraintendimenti e forzature ideologiche. La platea si sta svuotando. L’invito del moderatore a porre domande allo studioso sembra cadere nel vuoto. Scorrono i titoli di coda.

Poi ecco una voce non proprio cortese: «Mi sembra che la sua relazione contenga molte imprecisioni… la fede cristiana si è affermata con la forza della persuasione, quella islamica attraverso la spada». «I fatti – ribadisce lo storico toscano – dimostrano il contrario. L’espansione dell’Islam ha generato una violenza inferiore rispetto a quella esercitata dall’Occidente sedicente cristiano». Il battibecco continua finché l’interlocutore, a corto di argomenti, si arrocca in difesa: «E comunque io resto della mia opinione». «Ma qui non si tratta di opinioni – alza la voce Cardini – si tratta di fatti provati attraverso l’analisi delle fonti. Questa è storia, e i fatti sono andati proprio in questo modo. Il resto è propaganda e incitamento all’odio». Ecco il punto, penso: siamo tutti così abituati ad esprimere opinioni, ad assorbire opinioni, a sopportare opinioni, che non ci curiamo più di accertarne la provenienza, né di ponderarne la plausibilità.

La replica di Cardini, che tiene a precisare di essere cattolico, finisce inevitabilmente col toccare argomenti di attualità: lo “scontro di civiltà” è una panzana. La civiltà occidentale è nata proprio dall’incontro tra le culture ebraica, cristiana e musulmana, nella comune origine abramitica ed ellenistica. Parole che richiamano quelle pronunciate da Ahmad Al-Tayyeb, imam della Università di al-Azhar del Cairo, in occasione del suo recente incontro con papa Francesco a Roma: «Guardate i testi sacri: dalla Torah, al Vangelo, al Corano. C’è un nesso tra Mosè, Gesù e Maometto, una ispirazione unica».

Non è questo dunque il punto di attrito tra Oriente e Occidente. Le radici del conflitto e del terrorismo – sono sempre parole di Cardini – nascono da secoli di sfruttamento colonialista, da una iniqua ripartizione delle ricchezze, dalla irrisolta crisi israelo-palestinese. Come sempre ha fatto anche in passato, l’Occidente continua a stringere alleanze sulla base di convenienze economiche e di maneggi internazionali.

Mentre torno a casa, mi tornano in mente alcuni slogan scanditi nel corso della manifestazione xenofoba svoltasi lo scorso 11 novembre a Varsavia, nell’anniversario dell’indipendenza del Paese: “Polonia pura, Polonia bianca”, “Rifugiati al diavolo”, “L’islam porta solo terrorismo”. Parole terribili, pronunciate non a caso in uno dei pochissimi Stati al mondo (solo 12, secondo il politologo indiano Parag Khanna) che ospitano un unico gruppo etnico. Parole bugiarde, perché «tutti siamo spaesati rispetto a qualcosa o qualcuno: frontalieri, convertiti, rinnegati, spie, traghettatori, emigranti, bastardi, e insomma tutti coloro che non si sentono mai del tutto partecipi di una sola identità e di una sola tradizione».

Siamo tutti mezzosangue, e di questa condizione non ci vergogneremo mai.

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