Promossa dall’Associazione “Coro S. Francesco” di Macerata in collaborazione con il Movimento per la Vita e il Centro di Aiuto alla Vita di Macerata, sabato 3 febbraio si è tenuta presso la chiesa di S. Francesco di Assisi la XIX edizione de “Il Canto della Vita”, manifestazione che ogni anno vede la partecipazione di alcuni gruppi corali, in occasione della Giornata della Vita.

Durante la serata oltre al Coro S. Francesco, diretto dal M° Laura Corbelli e accompagnato al pianoforte dal M° Maria Chiara Pasquali, si sono esibiti il coro di voci bianche Angeli di S. Francesco coadiuvato dall’Ensamble strumentale della Scuola Secondaria di I grado D. Alighieri di Macerata, sempre diretti dal M° Laura Corbelli e la Schola Cantorum Virgo Lauretana di Recanati diretta dal M° Francesco Cingolani e dal M° Alice Ferretti.

Il repertorio eseguito ha spaziato da brani di musica sacra di autori come G.B. Palestrina e B. Marcello e L. Perosi a quelli di  compositori conteporanei come J. Rutter o T. Gilkynson.

L’edizione di quest’anno è stata indubbiamente segnata dai tragici eventi accaduti in città nei giorni precedenti: «Eravamo quasi dell’idea di annullare l’evento – ha detto il parroco Padre Marco Buccolini – ma poi abbiamo voluto dare un segno di fiducia e di speranza, testimoniando che è solo dando valore alla vita che si possono superare odi e divisioni».

Durante la serata era prevista anche la testimonianza di una famiglia cha partecipa al progetto di Refugees Welcome, un’associazione presente in venti città italiane che promuove l’accoglienza in famiglia di rifugiati, offrendo così un modo per conoscersi, superare pregiudizi e costruire una società più aperta e inclusiva.

«Questa sera non sono qui perché in ospedale con uno dei ragazzi nigeriani che oggi è stato colpito dal folle gesto – ha spiegato Annamaria Cacciamani – non sono qui perché hanno scelto la vita prima ancora di parlare di vita e credo che questa possa essere la più bella testimonianza: scegliere di non stare da una parte o dall’altra, tra i bianchi o tra i neri, ma con chi è comunque vittima della paura, della follia e della violenza; non c’è colore di fronte alla violenza c’è rispetto e farsi stretti e solidali.

C’è il desiderio che la vita possa imparare a cantare parole diverse da quelle che oggi sono scese nel cuore di tutti, parole di incontro di rispetto di costruzione di una comunità dove la pura lascia il posto all’integrazione, alla convivenza pacifica, alla dignità per tutti, dove le differenze possono aprire strade e costruire ponti e non recinti».

Hanno poi apportato il loro contributo anche Andrea Marangoni dell’associazione Piombini/Sensini e Francesca D’Alessando presidente della sezione maceratese del Movimento per la Vita.

«Una delle ultime attività di questa associazione – ha esposto Marangoni – è una comunità di accoglienza di bambini accompagnati dalle mamme, mamme che io definisco eroiche, perché anche se sono rimaste da sole o hanno subito delle violenze hanno deciso di dare la vita a questi figli, si sono messe in gioco ed hanno accettato di entrare in una struttura con regole severe ed anche restrizioni proprio per amore di questi figli. Questo rappresenta senz’altro un altro aspetto importante della tutela della vita in ogni momento, dal suo concepimento fino alla morte naturale.

Abbiamo bisogno di questo perché credo che la difficoltà più grossa oggi stia proprio nella relazione con l’altro e quando questa relazione diventa difficile ed incontra la sofferenza, tutti siamo portati istintivamente a scappare.

Credo che oggi più che mai sia importante recuperare questo desiderio di dare vita, perché è solo nel dare vita possiamo anche noi ricevere quell’amore di cui abbiamo estremo bisogno».

Prendendo spunto da una frase di condanna dell’aborto di Madre Teresa di Calcutta che diceva: «L’aborto è il più grande distruttore della pace perché, se una madre può uccidere il suo stesso figlio, cosa impedisce che io uccida te e tu uccida me? Non c’è più nessun ostacolo», Francesca D’Alessando ha poi continuato: «Tutti noi stasera siamo qui perché crediamo in questo valore assoluto che è la vita, un dono immenso che ci è stato dato, ma corriamo tutti un rischio grandissimo, quello dell’indifferenza che è una vera trappola mortale.

È vero che oggi le sfide che il mondo ci pone davanti sono tantissime, ma noi abbiamo la grande responsabilità di proclamare che la vita è un dono immenso che va difeso e promosso soprattutto nei momenti in cui è più debole, come quello del concepimento.

Per me essere mamma di tre figli è stata la cosa più bella che ho vissuto e oggi la società ha bisogno di sentirsi dire che essere madre è bello; sono tante infatti le mamme che aspettano che qualcuno le sostenga per non farle sentire sole».

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