La Liturgia che accompagna il cammino quotidiano del cristiano vive un tempo particolarmente intenso nella Quaresima. Questi 40 giorni sono stati definiti come i grandi esercizi spirituali della comunità cristiana. In essi infatti la vita spirituale, nutrita in modo particolare con la lettura e la meditazione del libro dell’Esodo e dei passi più significativi del Vangelo, riscopre il contenuto fondamentale dell’annuncio cristiano.

Al termine di questo percorso, in tre giorni, la Chiesa fa una specie di grande sintesi liturgica dei fondamenti della spiritualità cristiana.

Al termine della Quaresima, grande sintesi liturgica dei fondamenti
della spiritualità cristiana

La giornata del Giovedì Santo si apre con la Messa Crismale, nella quale attraverso la benedizione degli oli santi si ricorda a tutta la comunità cristiana il valore dei sacramenti, amministrati dai sacerdoti, dono di Dio e della Chiesa. Culmine e fonte della vita sacramentale del cristiano è la partecipazione all’Eucaristia, su cui si concentra la celebrazione della Messa della Cena del Signore. In essa tutta la ricchezza evangelica dell’istituzione dell’Eucaristia, comprendente anche il racconto della Lavanda dei piedi, viene riproposta alla comunità cristiana e presentata da adorare durante tutta la notte.

La particolarissima celebrazione del Venerdì Santo, nella quale non c’è consacrazione eucaristica, concentra l’attenzione del cristiano sulla parola di Dio abbondantemente proclamata nella lettura completa della Passione secondo Giovanni, e sulla contemplazione adorante del crocefisso. Per vincere il momento della tentazione e della prova, questa liturgia insegna al cristiano a far riferimento ai due elementi più forti che ci vengono consegnati dalla sapienza della Chiesa: la meditazione orante, vera Lectio divina della Parola di Dio e del Vangelo in modo particolare, e la contemplazione muta ed innamorata dell’amore di Dio crocifisso, dono totale di Cristo al Padre e all’umanità.

Senza il silenzio non c’è ascolto, non c’è meditazione, non può compiersi il percorso di ritorno al cuore e la conseguente unificazione della persona, che è il vero obiettivo di ogni serio cammino spirituale

Questo Triduo, prima di completarsi nella grande celebrazione della Veglia pasquale, vive un momento di particolare significato nella giornata del Sabato Santo. Il Sabato Santo è il tempo del grande silenzio. Insegna in maniera inequivocabile che non ci può essere vera spiritualità cristiana senza un apprezzamento profondo che diviene un vero e proprio culto del silenzio. Il mondo contemporaneo pieno di suoni e di rumori, che assomma parole e significati roboanti, ha perso la grande ricchezza del silenzio. È una perdita rilevante che se non viene compensata impedisce la vita e lo sviluppo di una vera spiritualità. Senza il silenzio non c’è ascolto; senza il silenzio non c’è meditazione; senza il silenzio non può compiersi quel percorso di ritorno al cuore e la conseguente unificazione della persona, che è il vero obiettivo di ogni serio cammino spirituale.

Solo se il Triduo è vissuto in profondità
e diventa vera esperienza di vita
e di orazione, la grande Veglia pasquale
può essere pienamente vissuta

Solo se questi tre giorni sono vissuti nel loro significato più pieno e diventano vera esperienza di vita e di orazione, la grande Veglia pasquale può essere vissuta con tutta la sua pienezza di significato. Rischia altrimenti di diventare una complessa celebrazione emotiva e trionfalistica, nella quale i sacramenti a partire dallo sgorgare della sorgente del Battesimo, così come l’abbondante ascolto della Parola, proclamata nel settenario delle letture, ed infine la desiderata e attesa consacrazione dell’Eucaristia che ci mette fisicamente e misticamente in contatto con il corpo vivo del Risorto, non sono percepiti e vissuti nella pienezza del loro significato e del loro valore.

Il cammino celebrativo e orante di questi giorni in cui culmina la Quaresima, sfida ogni cristiano a vivere in pienezza il significato e il valore dei segni e dei gesti che compie. Se i 40 giorni sono gli “esercizi spirituali” della comunità cristiana, questo tempo culminante è il vero momento di esame, nel quale veniamo saggiati se davvero questo lungo cammino ha portato frutti di crescita nello Spirito.

Il Triduo, vero momento di esame, nel quale veniamo saggiati se davvero la Quaresima ha portato frutti di crescita nello Spirito

L’augurio è che la notte di Pasqua ci trovi cresciuti davanti a Dio, un po’ più vicini a quel profondo rinnovamento di noi stessi, a quell’unificazione del cuore, a quella trasfigurazione dell’uomo carnale nell’uomo spirituale, che in un unico concetto è l’essere configurati ad immagine del Figlio.

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