Alle 11 di sabato 29 settembre, con una semplice cerimonia è stato riaperto il portone che dà accesso al chiostro dell’abbazia di Fiastra. La chiusura dello stesso, nello scorso mese di marzo, aveva inferto un duro colpo non solo ai frequentatori abituali del complesso e ai turisti, ma all’intero territorio, che l’aveva subito come un crudele colpo di coda del terremoto, un evento che colpiva le già flebili speranze di ripresa.

Oggi queste riprendono vigore, alimentate da un segno – la riapertura del chiostro, appunto – che ha dimostrato come non sia venuto meno l’impegno di tutti i soggetti direttamente coinvolti per ridare piena agibilità alla struttura. Impegno confermato pubblicamente dalle numerose personalità che hanno preso la parola, ad iniziare dal presidente della Fondazione Giustiniani Bandini Giuseppe Sposetti che ha sottolineato come le opere di ripristino attese comporteranno rifacimenti che non si limiteranno a ripristinare gli ambienti danneggiati ma doneranno nuove funzionalità e, in particolare, consentiranno di dare degna sistemazione alle stanze che dal 1940 al 1943 hanno accolto un centinaio di internati ebrei che poi sarebbero finiti ad Auschwitz. Il presidente della provincia di Macerata Antonio Pettinari ha richiamato il grande valore simbolico dell’abbazia, mentre la presidente della Fondazione Carima, Rosaria Del Balzo Ruiti, ricordando come gli uffici dell’ente da lei guidato fossero ubicati nel Palazzo Giustiniani Bandini, ha rimarcato il forte segno di speranza rappresentato dal tornare a spalancarsi del portone del chiostro. Il sindaco di Urbisaglia Paolo Giubileo, ricordando le gravi ricadute del sisma sul turismo della zona, ha salutato l’evento odierno come un primo passo verso il pieno recupero delle attività L’assessore regionale Angelo Sciapichetti ha ricordato il grande impegno profuso dalla Regione perché difficoltà e ostacoli venissero appianati, ponendo le premesse per un recupero celere. L’ingegner Cesare Spuri, direttore dell’Ufficio speciale per la ricostruzione della Regione Marche, ha sottolineato l’impegno assiduo con cui è stata seguita la situazione dell’Abbazia, sottolineando l’efficace collaborazione con i tecnici della Fondazione Giustiniani Bandini che dà garanzie per tempi celeri di valutazione del progetto  di recupero e, quindi, per l’inizio dei lavori. L’ingegnere Gianfranco Ruffini, consulente della Fondazione Giustiniani Bandini, progettista degli interventi di messa in sicurezza e del recupero completo, si è sbilanciato indicando in gennaio-febbraio 2019 il termine di presentazione del progetto completo – la cui elaborazione avviene in stretto dialogo coi tecnici dell’Ufficio ricostruzione –, e per subito dopo l’estate 2019 l’inizio dei lavori. Don Andrea Leonesi, vicario generale della diocesi ha ricordato come al terremoto fisico ne sia seguito un altro non meno dirompente, anche se di altra natura: la partenza dei monaci cistercensi lo scorso 6 agosto, e se c’è impegno per riportare gli ambienti del complesso al loro austero splendore, c’è l’analogo impegno del vescovo a far tutto quanto in suo potere perché entro l’anno prossimo anche i monaci tornino nella loro “casa”. Così, nel pomeriggio i primi turisti hanno potuto tornare a superare il portone di ingresso e, passando sotto una solida impalcatura di tubi Innocenti, accedere al chiostro e agli ambienti ridiventati fruibili. [FAG id=58759]

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