Le principali novità cinematografiche della settimana nella rubrica del Sir e della Commissione nazionale valutazione film Cei. Tra i film in uscita da giovedì 22 novembre si segnalano: il fosco dramma di redenzione “Il vizio della speranza” di Edoardo De Angelis, il biopic “A Private War” di Matthew Heinemanm sulla giornalista di guerra Marie Colvin, la commedia nera “Morto tra una settimana… o ti ridiamo i soldi” di Tom Edmunds e l’action giovanile “Robin Hood. L’origine della leggenda” di Otto Bathurst.

Il vizio della speranza”

In concorso alla 13ª Festa del Cinema di Roma, “Il vizio della speranza” di Edoardo De Angelis ha ottenuto Premio del pubblico. Il regista napoletano, dopo il successo di “Indivisibili” (2016), torna in sala con un film altrettanto duro e potente. La vicenda si svolge in Campania, lungo il fiume Volturno. In una terra che sembra desolata vive la trentenne Maria (Pina Turco), chiamata a gestire un traffico di prostitute e neonati sotto pressioni della malavita locala, la cinica Zi’Marì (Maria Confalone). Per Maria, come per le donne sfruttate, non appare salvezza, non c’è traccia di speranza. Il grigio e avvilente scenario muta con l’arrivo di un bambino: Maria si scopre incinta, proprio lei che pensava di non poter avere figli. Un bambino che spinge la donna a cambiare, a desiderare una vita altra, tra valori e famiglia. De Angelis rivela polso, capacità di graffiare ma anche poesia, mostrando uno stile maturo e incisivo. Forse c’è qualche sbavatura, qualche eccesso didascalico, ma comunque la narrazione è lucida e compatta. Sotto il profilo narrativo, il film è denso di temi attuali: dallo sfruttamento della donna, della maternità, alla condizione dispersa delle periferie. In tale cornice il regista inserisce inoltre anche dei riferimenti cristologici, toccando il momento più intenso nel quadro finale. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.

“A Private War”

È morta il 12 febbraio 2012 a Homs, in Siria, sotto i bombardamenti, la giornalista statunitense Marie Colvin, corrispondente del “Sunday Times”. Marie era una cronista d’assalto, al seguito di drammatici conflitti tra l’Afghanistan e il Medio Oriente; la sua storia è stata raccontata da Marie Brenner sulle colonne della rivista “Vanity Fair”. A quel testo si è ispirato il regista Matthew Heineman, che ha scritto e diretto il film “A Private War” interpretato dalla britannica Rosamund Pike. L’opera racconta gli ultimi dieci anni della giornalista, dal ferimento a un occhio nei territori asiatici alle istantanee di vita londinese, dando ampio spazio alle trasferte in Iraq, Libia e Siria. Marie ha acceso un faro sulle vite tragiche dei civili di guerra, di coloro che sono costretti a subire le conseguenze dei conflitti e che non hanno voce per ribellarsi. Il film è asciutto e intenso, scavando anche nella vita della reporter. Straordinaria l’interpretazione della Pike, che aderisce al ruolo con verità e sofferenza. Il film è complesso, problematico e adatto per dibattiti.

“Morto tra una settimana o ti ridiamo i soldi”

Tra le sorprese dell’ultima Festa del Cinema di Roma c’è “Morto tra una settimana o ti ridiamo i soldi” di Tom Edmunds, commedia nera interpretata dal bravissimo Tom Wilkinson e dalla giovane promessa Aneurin Barnard. Siamo nell’Inghilterra di oggi e William è un giovane scrittore che non trova successo, al punto da desiderare più volte di togliersi la vita. I suoi tentativi si rivelano fallimentari, così si rivolge a un “professionista”, il killer Leslie, che accetta l’incarico proponendo una settimana di tempo per eliminarlo. William nel frattempo scopre l’amore e questo riattiva in lui il desiderio di vita. Come fermare ora con il killer? Argomento serio ma svolgimento del tutto umoristico e sarcastico. In campo ci sono temi che richiedono attenta riflessione: si parla infatti della vita, della morte, della solitudine che raggiunge giovani e adulti. Il film acquista profondità rivelando un epilogo di fiducia, quando il giovane capisce che la vita trova senso se condivisa. L’autore, seppur esordiente, sembra avere il controllo della materia; c’è da dire che Wilkinson, ancora una volta, offre una prestazione di alta scuola. Dal punto di vista pastorale, il film è complesso, brillante e adatto per dibattiti.

“Robin Hood. L’origine della leggenda”

È firmata da Otto Bathurst il nuovo adattamento cinematografico dell’eroe popolare britannico Robin Hood. Tra i film più recenti si ricordano: “Robin Hood. Principe dei ladri” (1991) di Kevin Reynolds e “Robin Hood” (2010) di Ridley Scott. In questa nuova versione, interpretata da Taron Egerton e Jamie Foxx, prevalgono action e adrenalina; si tratta di una narrazione che solletica l’interesse del pubblico più giovane, in linea con quanto già visto in “Spider-Man: Homecoming”. Grandi combattimenti e dinamiche spettacolari, per un racconto però più debole e incerto.

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