Il loro timbro musicale è inconfondibile. Dalla festività dell’Immacolata e fino all’Epifania è facile ascoltarne il caratteristico suono anche nelle vie dello shopping cittadino. Sono le cornamuse o per lo meno quel tipo di cornamuse che nelle Marche e in altre regioni centro-meridionali sono chiamate zampogne.

Uno strumento molto antico – se ne fa cenno anche nella Bibbia – che nell’immaginario collettivo spesso è considerato tipico delle popolazioni dedite alla pastorizia. Tant’è che lo zampognaro, suonatore in abito da pastore che suona motivi natalizi tradizionali, quali ad esempio “Tu scendi dalle stelle”, è diventato anche una figura insostituibile nel caratteristico presepe napoletano.

Benché originaria dell’area mediterranea, la cornamusa, nelle sue diverse varianti (la zampogna è una di queste), si è diffusa nei secoli anche in nord Europa, diventando tra l’altro lo strumento tipico degli scozzesi. E il fatto che la tradizione musicale associata alla cornamusa, sia nel tempo arrivata a svilupparsi tra le popolazioni celtiche in forme paragonabili alla musica classica, suscita ancora più stupore scoprire che a Serripola, piccola frazione di San Severino Marche, da una dozzina d’anni si costruiscono cornamuse.

A realizzarle, seguendo le tipologie costruttive delle cornamuse medioevali celtiche, è Luca Paciaroni, un giovane artista di 32 anni che ha unito la passione per la musica (ha iniziato a studiare clarinetto all’età di 11 anni) alla propria formazione acquisita all’Accademia di belle arti. Si può dire che Luca Paciaroni abbia riportato l’arte al suo concetto originario, quello che essa aveva nell’epoca rinascimentale, quando si identificava con l’opera del “mastro-artigiano”.

Nelle sue cornamuse, frutto di un certosino lavoro esclusivamente artigianale, il giovane settempedano ha unito le competenze acquisite in tema di stili, forme, cromatismi, con le capacità manuali tramandategli dalla propria famiglia di artigiani. Il collante tra l’animo artistico e la creatività delle mani è stato per Luca Paciaroni la musica e in particolare la nostalgia per gli strumenti a fiato. Dopo aver studiato clarinetto, infatti, aveva abbandonato lo strumento per dedicarsi alla chitarra. Nel 2004 – come ha raccontato lui stesso per il libro “Strumenti musicali delle Marche” realizzato, a cura di Luigi Ricci, dall’associazione Casale delle Noci di Tolentino – Paciaroni acquistò con i propri risparmi una cornamusa medioevale. Se ne innamorò così tanto, al punto da studiarne la cultura. Nel 2007 se ne costruì una da solo e a quella ne sono seguite altre, fino a dare vita ad una vera e propria azienda, la Varro Bag Pipe Maker, oggi specializzata in produzione artigianale di cornamuse medioevali nei diversi timbri musicali (Sol cromatica, La minore, Mi alto cromatica, Do Cromatica e Re cromatica).

Per costruirle sono utilizzati legni di essenze selezionate (acero, pero, ciliegio). Tutte le parti dello strumento (la sacca, l’insufflatore, le canne musicali, i bordoni, lo chanter) Paciaroni le realizza esclusivamente a mano, personalizzandole secondo il gusto dei sempre più numerosi appassionati della cornamusa.

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