di Silvia Guzzetti

Un anno, il 2020, dedicato alla riscoperta delle Scritture, in occasione del decimo anniversario della “Verbum Domini”, l’esortazione apostolica di Papa Benedetto e a 1600 anni dalla morte di san Girolamo. A promuoverlo sono, insieme, la Conferenza episcopale cattolica di Inghilterra e Galles e la “Bible society”, charity che diffonde la Bibbia in oltre 200 Paesi. A raccontare al Sir le iniziative in programma è la responsabile Fleur Dorrell.

Immersione nelle Scritture. L’“Anno di Dio che parla” partirà il prossimo 30 settembre, alla National Gallery, con un messaggio registrato dal primate cattolico Vincent Nichols. È un progetto pensato dai vescovi cattolici, in collaborazione con la “Bible Society”, che sosterrà e finanzierà mesi di nuove proposte. In programma un Vangelo pensato per chi soffre di autismo e un altro, quello di Matteo, nella lingua dei segni per ipoudenti. Tra le iniziative anche un’opera artistica che giri tutte e ventidue le diocesi cattoliche di Inghilterra e Galles “per avviare una conversazione su Dio” e anche un numero di cori di migranti per una serie di concerti.

Ispirati dalla verbum Domini. L’idea di dodici mesi di immersione totale nelle Scritture è venuta a Fleur Connell e al vescovo di Wrexham, Peter Brignall. “Apparteniamo a un gruppo che si occupa di Scritture, all’interno del dipartimento per l’evangelizzazione e la catechesi della Conferenza episcopale cattolica di Inghilterra e Galles”, spiega Fleur Dorrell.

“Abbiamo pensato che sarebbe stato davvero entusiasmante concentrare l’intera Chiesa cattolica inglese, per un anno, sulle Scritture in un modo mai sperimentato prima. Siamo stati ispirati dal decimo anniversario dell’esortazione apostolica di Papa Benedetto Verbum Domini e dai 1600 anni dalla morte di san Girolamo. Il padre e dottore della Chiesa che tradusse in latino parte dell’Antico Testamento greco e, successivamente, tutte le Scritture ebraiche”.

Il via alla National Gallery. E cosi l’“Anno di Dio che parla” partirà il 30 settembre, festa di san Girolamo, alla National Gallery. A Trafalgar square, nel cuore di Londra, in un video messaggio trasmesso davanti a un quadro del santo, il cardinale Vincent Nichols, primate cattolico di Inghilterra e Galles, spiegherà chi era san Girolamo e che importanza ha avuto come studioso cattolico delle Scritture. “Vogliamo trovare nuovi modi di promuovere la Bibbia che non siano mai stati sperimentati prima”, spiega Fleur Dorrell. “Usare la creatività per comunicare il messaggio che la Bibbia è un modo vivo e dinamico di parlare di Dio”.

Iniziative per tutti. Durante l’“Anno di Dio che parla” la Chiesa cattolica inglese avrà l’opportunità di ascoltare le voci di tanti gruppi diversi e, tra di essi, un posto privilegiato verrà riservato a migranti e i rifugiati politici. “I cori che gireranno il Paese daranno a questa categoria di persone l’opportunità di esprimersi nella loro lingua, anzichè in inglese, coinvolgendo, attraverso la musica, tante persone diverse”, aggiunge Dorrell.

“Un altro gruppo importante, per noi, sono i portatori di handicap. Ci stiamo chiedendo come fare arrivare le Scritture a chi non è capace di vedere o di sentire o semplicemente non ha il livello di istruzione necessario per capire la Bibbia”.

Un anno davvero ecumenico. La responsabile dell’“Anno di Dio che parla” spiega che le associazioni che rappresentano i disabili le hanno chiesto la preparazione di una versione delle storie contenute nel Vangelo in immagini, che sia accessibile a chi soffre di autismo, e anche un vangelo di san Matteo nella lingua dei segni per chi non ci sente.

Spirito ecumenico. “L’Anno di Dio che parla” è anche un’iniziativa profondamente ecumenica. La Dorrell, infatti, lavora da tre anni, contemporaneamente, sia per la Conferenza episcopale cattolica che per la “Bible society”. È stata proprio quest’ultima organizzazione, che è interconfessionale e tende a raggiungere fedeli protestanti ed evangelici, a proporre ai vescovi cattolici una collaborazione per la promozione della Bibbia. “È il riconoscimento che, in quest’epoca di secolarizzazione, uno degli strumenti più importanti della nostra unità è la Bibbia”, conclude Fleur Dorrell. “Siamo riusciti a coinvolgere tanti gruppi diversi, agenzie cattoliche che lavorano con migranti, esperti all’università, il movimento carismatico, sacerdoti e pastori ma anche laici in un vero sforzo di democrazia”.

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