La Quaresima 2019 inizierà il 6 marzo, c’è ancora tempo, ma è importante cominciare a prepararsi. Nella mia esperienza pastorale mi sono sempre più convinto che il cammino di fede cresce solo nella misura in cui aumenta giorno per giorno in essenzialità, costanza e interiorità.

Un momento divertente della mia vita sacerdotale fu quando, durante uno dei tanti traslochi che caratterizzano la vita di un prete, mi ritrovai tra mano un quaderno di appunti che avevo scritto 15 anni prima, nei primi mesi di sacerdozio. Pensando di diventare parroco a breve – invece ho avuto la fortuna di fare il viceparroco per ben 11 anni – vi progettavo come avrei guidato i miei fedeli, una volta “giunto al potere assoluto”. A rileggere quelle note dopo 15 anni di vera esperienza pastorale, mi sentivo come Pinocchio che, diventato finalmente un bambino vero, guarda in un angolo il burattino di legno ormai inanimato e dice: «Come ero buffo!». Il limite più evidente di quel progetto pastorale “infantile” era pensare che per far crescere la fede dei miei parrocchiani dovessi stupirli con cose sempre nuove, moltiplicare le iniziative e le azioni, contornare i fondamenti della vita di fede di “decorazioni e amplificazioni”, come se da soli non bastassero a guidare i cuori al bene.

Oggi sono invece ancor più convinto che dobbiamo fare poche cose per suscitare e far sviluppare la fede, ma dobbiamo farle particolarmente bene. Per questo ho invitato la diocesi in questo anno pastorale a riflettere, sacerdoti e fedeli, sul nostro modo di vivere le celebrazioni liturgiche e in particolare la Messa della domenica. Abbiamo ribadito più volte con la forza di uno slogan che: tutti dobbiamo apprendere l’Ars celebrandi, l’arte di celebrare la liturgia, così da fare di ogni nostro momento di preghiera comune un piccolo capolavoro.

Perciò soprattutto quest’anno vorrei che tutti mettessero impegno nell’arte di celebrare la Quaresima. La Quaresima cristiana non è solo un periodo inframezzato da celebrazioni, ma è un tempo da vivere come una grande, semplice, ma continua celebrazione della fede. Così di Quaresima in Quaresima la fede cresce, la speranza si rafforza, la carità ci apre il cuore.

La Quaresima è prima di tutto un tempo da guardare unitariamente come tempo speciale di rapporto con Dio. Come Israele nel deserto per 40 anni e Gesù nel deserto per 40 giorni, ci sono tre elementi che lo caratterizzano: il deserto, la Parola di Dio, la liberazione dallo Spirito del male.

Il deserto è il luogo che, più di ogni altra esperienza, educa all’essenziale: lì impariamo il valore dell’acqua e del pane, mentre scopriamo che si può vivere senza tante altre cose che riempiono la nostra vita. Nel tempo della Quaresima, nella nostra civiltà contadina, si facevano le pulizie di Pasqua. Si buttavano le cose inutili che ingombravano la casa. La Quaresima è un tempo di pulizia del cuore, di riscoperta di ciò che è essenziale per vivere, come l’acqua ed il pane, e di liberazione da tante “maschere” e “giocattoli” che ci rubano il tempo e ci occupano inutilmente il cuore.

È poi tempo di riscoperta della Parola di Dio perché: «la Tua Parola è una luce che illumina i miei passi ed una guida sicura che mi indica il cammino» (Sal 118). La Quaresima ci rieduca all’ascolto del Vangelo di ogni giorno, come una parola preziosa che dà luce e senso a ciò che facciamo e soprattutto ci impedisce di finire fuori strada nella vita. È triste l’immagine dell’uomo che cammina sulla strada sbagliata senza accorgersene, infatti più uno si impegna a camminare e più si allontana dalla meta. La voce di Dio, che ci indica giorno per giorno la via di casa, è il dono prezioso da accogliere nel cammino di Quaresima.
Infine, nel deserto della Quaresima e alla luce della Parola di ogni giorno, diventa sempre più chiaro che lo Spirito del male cerca di renderci schiavi, spesso con successo. Nulla è più triste di uno schiavo incatenato da legami così subdoli da renderlo convinto di agire in piena libertà.

Ho provato una rabbia infinita quando nella mia vita ho incontrato persone subdolamente plagiate da altri. Quando l’uomo diventa un burattino dei suoi vizi, delle sue debolezze, della malizia di chi lo blandisce e lo sfrutta al tempo stesso, viene offuscato nel volto umano, il tratto che lo rende più simile a Dio: la libertà di fare il bene.

Per accompagnare questo cammino quotidiano di Quaresima ho scritto, come ogni anno, un libretto che propone ogni giorno: la Parola di Dio, una riflessione su ciò che è davvero essenziale alla vita, e la vita di un santo, perché i santi sono davvero uomini liberi da cui imparare a liberarci dal male. Lo si può trovare in parrocchia e aiuta a celebrare meglio la Santa Quaresima che abbiamo davanti. Come ha insegnato papa Francesco un anno fa di questi tempi: «Sono libero? O sono schiavo delle mie passioni, delle mie ambizioni, di tante cose, delle ricchezze, delle mode? Sembra uno scherzo, ma quanta gente è schiava delle mode! Libero veramente o libero come questo mondo un po’ “schizoide” che grida: “Libertà, libertà, libertà”, ma poi è sempre più schiavo?».

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