Mancano ormai pochi giorni alla chiusura della legislatura e il Parlamento europeo, riunito per la terz’ultima plenaria a Strasburgo, porta a termine una serie infinita di procedimenti legislativi. I dossier aperti sono ancora numerosi, e gli eurodeputati sono chiamati a sedute di votazioni dai ritmi estenuanti. “Pongo in votazione…”, annuncia la presidenza dell’Assemblea, “chi è a favore, chi contro, chi si astiene…?”. Un vero e proprio “votificio”, che ha però alle spalle mesi (a volte anni) di lavori di commissione parlamentare, di dibattiti tecnici e politici, di serrate discussioni all’interno dei gruppi politici. E se fra i temi-clou di martedì 26 marzo figuravano il diritto d’autore on line e l’abolizione dell’ora legale, la giornata di mercoledì 27 marzo si è incentrata su un’altra infinità di temi, primo dei quali lo stop all’invasione delle plastiche monouso.

Modello legislativo. Divieto, dunque, nell’Ue a partire dal 2021 di posate e piatti di plastica monouso, cannucce, cottonfioc, contenitori per alimenti e tazze in polistirolo espanso e tanto altro ancora. Lo ha deciso il Parlamento europeo approvando in via definitiva una nuova direttiva con 560 voti favorevoli, 35 contrari e 28 astensioni. “Questa legislazione ridurrà il danno ambientale di 22 miliardi di euro, il costo stimato dell’inquinamento da plastica in Europa fino al 2030”, ha dichiarato Frédérique Ries, relatrice della direttiva. “L’Europa dispone ora di un modello legislativo da difendere e promuovere a livello internazionale, data la natura globale del problema dell’inquinamento marino causato dalle materie plastiche”. La direttiva pone anche “nuovi obiettivi di riciclaggio e maggiore responsabilità per i produttori”, spiega una nota del Parlamento: entro il 2029 gli Stati dovranno raccogliere il 90% delle bottiglie di plastica che entro il 2025 dovranno contenere almeno il 25% di contenuto riciclato (il 30% entro il 2030). La direttiva rafforza il principio “chi inquina paga”, “introducendo una responsabilità estesa per i produttori”, per garantire che sostengano i costi della raccolta: è il caso dei filtri di sigaretta dispersi nell’ambiente o degli attrezzi da pesca persi in mare. Per molti prodotti inoltre diventerà obbligatoria “l’etichettatura informativa sull’impatto ambientale di disperdere per strada” oltre alle sigarette con filtri di plastica, anche bicchieri di plastica, salviette umidificate e tovaglioli sanitari.

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