L’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università degli Studi di Macerata è sempre stato un significativo momento di festa per la comunità accademica e studentesca. La cerimonia inaugurale del 729° Anno accademico di Unimc, che si è svolta oggi, è stata soprattutto una celebrazione densa di significati, destinata a lasciare un segno importante nella vita universitaria e nella comunità maceratese. Del resto – come ha ricordato il magnifico rettore, Francesco Adornato – “quello che è utile all’Università è utile alla città e viceversa”.

Due anni fa, quando per la prima volta la cerimonia d’inaugurazione dell’anno accademico si svolse all’interno del teatro Lauro Rossi, l’ateneo si “presentava” per la prima volta alla cittadinanza fuori della propria sede istituzionale. Era stato anche un modo per far conoscere il proprio ruolo e la propria realtà ad una comunità cittadina forse non sempre pienamente cosciente di quanto l’Università sia determinante nella vita sociale, economica e di relazione di Macerata.

Quest’anno, l’intero contesto in cui è avvenuta l’apertura ufficiale dell’anno accademico ha dimostrato come – in virtù del ruolo e della dimensione internazionale raggiunta dall’Università – la stessa città viva in una dimensione tutt’altro che “provinciale”, ricca di contatti, conoscenze e relazioni che vanno ben oltre i confini non solo geografici, ma anche culturali. La stessa giornata inaugurale è stata inserita al centro della “International Week 2019”, una settimana di convegni, workshop, seminari, tenuti dai visiting professor ospiti dell’ateneo e da altri prestigiosi relatori internazionali. Una occasione per valorizzare la dimensione internazionale dell’università di Macerata e favorire la reciproca conoscenza tra studiosi e ricercatori.

Inoltre, cooprotagoniste della cerimonia inaugurale sono state le delegazioni di ben undici università di sette paesi (Francia, Spagna, Cina, Polonia, Russia, Albania, Ucraina) che con l’ateneo di Macerata intrattengono stabili rapporti di collaborazione, rappresentati soprattutto da corsi di laurea a doppio titolo. Con i rettori delle università di Clermont Auvergne, Orleans, Angers, Parigi (Faco), Oviedo, Mosca (Mgimo University), Pechino (Normal University), Torun e Gjirokastér è stata pubblicamente sottoscritta sul palco del “Lauro Rossi” la “Carta di Macerata”, un documento – ha annunciato il rettore Adornato – attraverso il quale “poter prevedere prospettive di ancor più ampia collaborazione con l’attivazione di nuovi corsi di studio o di ricerche comuni o di confronti su temi di rilevanza globale, come la questione ambientale, l’immigrazione, l’integrazione e la sicurezza, l’impresa sociale”.

Tra i circa undicimila iscritti (pari ad un quarto della popolazione residente a Macerata), l’Università conta attualmente 434 studenti con cittadinanza straniera provenienti da 60 paesi di quattro continenti. Una crescente “attrattività” dell’ateneo maceratese dovuta alla crescente e variegata offerta didattica: 11 corsi di laurea triennali; 15 corsi di laurea magistrale, 2 corsi di laurea magistrale a ciclo unico, 3 corsi di laurea magistrali impartiti in lingua inglese, 8 corsi di laurea a titolo doppio o multiplo, 5 corsi di dottorato (di cui uno impartito in inglese e a doppio titolo), 3 scuole di specializzazione post-laurea e, inoltre, Master, corsi di formazione e perfezionamento, “Summer school”.

La cerimonia all’interno del teatro – dove il Coro universitario diretto dal M° Aldo Cicconofri ha eseguito in vari momenti alcuni brani musicali – è stata preceduta dal corteo degli accademici e delle delegazioni straniere lungo corso della Repubblica. Sul palco sono saliti per i saluti Elisabetta Baldassarri (rappresentante degli studenti), Antonella Tiberi (rappresentante del personale tecnico-amministrativo), Giuseppina Larocca (rappresentante del personale docente) e Mauro Giustozzi, direttore generale, il quale ha annunciato che Unimc, proprio “in quanto motore culturale, sociale ed economico del contesto su cui opera” è stato inserito tra gli atenei di una recente ricerca su “L’Università che crea valore pubblico”. Si tratta di un riconoscimento “che – ha aggiunto il direttore generale – fornisce ulteriore impulso all’impegno di tutte le componenti universitarie ad operare anche in un’ottica più ampia di rinascita di un territorio ferito dal terremoto del 2016”.

La prolusione ufficiale è stata affidata quest’anno a Gian Paolo Brizzi, professore emerito dell’Alma Mater Studiorum di Bologna, che ha incentrato il suo intervento su “Le Università, patrimonio comune dell’identità europea”. Molte le autorità civili e militari presenti, tra cui diversi rappresentati delle istituzioni (il presidente della Regione, Luca Ceriscioli e della provincia, Antonio Pettinari, il prefetto Iolanda Rolli, il vice sindaco Stefania Monteverde) e il vescovo Nazzareno Marconi, che in mattinata ha celebrato una Messa nella chiesa dell’Immacolata per tutta la comunità universitaria.

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