Alle ore 18 di sabato 11 ha avuto inizio all’abbazia di Fiastra la celebrazione nel corso della quale il vescovo di Macerata Nazzareno Marconi ha conferito l’ordinazione sacerdotale a Fabio Piombetti e a Samuele Sapio. Segue l’omelia di monsignor Marconi.

Carissimi,
la bellissima Parola che abbiamo appena ascoltata, in questo inizio della Domenica del Buon Pastore, ci offre un percorso per guardare a quello che da oggi in poi il Signore vi chiede di vivere.
La prima lettura tratta dal libro degli Atti (At 13, 14. 43-52) caratterizza la missione alla quale siete stati chiamati.

Come gli Apostoli prima di tutto, con caparbietà e fiducia, rivolgetevi al Popolo di Dio. Quello che incontrerete nelle nostre parrocchie. Ed amatelo così com’è: fatto di sante vecchiette e ragazzini confusionari, di poche bellissime famiglie complete e di tanti naufraghi della vita, che si rivolgono a Dio come ultima spiaggia. Poi guardate anche, come fecero gli Apostoli, oltre il confine delle mura della Chiesa o dell’oratorio. Andate in piazza, a scuola, lungo la strada, davanti ai bar, dove stanno “i pagani” di oggi, tutta gente battezzata, ma che vive “serenamente” come se Dio non ci fosse. Vedrete, guardando bene questi nuovi pagani, che sono molto meno sereni e gioiosi di quanto dicono. Fermatevi ad ascoltarli, fate loro compagnia, consolate le loro sofferenze e le loro paure con la luce e la gioia che viene dal Vangelo. Senza giudicare, senza condannare, con lo sguardo di chi dona, non di chi vuol conquistare. E vedrete anche voi le meraviglie di Dio che videro gli Apostoli.

La seconda lettura tratta dall’Apocalisse (Ap 7, 9. 14-17), vi indica l’obiettivo della vostra missione.

Quella massa immensa di ogni tribù, lingua, popolo e nazione, la gente che Cristo vuole salvare, va condotta a Lui. Ciò che unifica i redenti è che tutti sono passati per le tribolazioni della vita, così si sono caricati di peccati, di paure, di tristezze. A voi è posto nelle mani «il sangue dell’Agnello che può lavare le loro vesti». Sarete chiamati ogni giorno a lavare le anime con la grazia del sacramento del perdono, ad avvicinarle al sangue redentore di Cristo celebrando l’eucarestia. Contemplate sempre con timore e reverenza la grandezza di ciò che farete. Anche se celebrerete la Confessione o l’Eucarestia in una chiesetta sperduta, davanti a pochi naufraghi della vita di oggi, ricordate la gloria di questa visione del Libro dell’Apocalisse: voi state lavando il peccato del mondo col sangue dell’Agnello. Non c’è al mondo cosa più grande che un uomo piccolo, come siamo tutti noi, possa fare.

Il Vangelo ci rivela il segreto di tutto.
«Le mie pecore, ascoltano la mia voce». Non potrete fare nulla se voi per primi non sarete le pecorelle del gregge del Signore, che ascoltano la Sua voce. Gesù non dice: «obbediscono ai miei ordini», ma «ascoltano la mia voce».

Chi ascolta il Vangelo con tutto il cuore e vi riconosce la voce del suo Pastore, lo seguirà lungo le strade della vita; sia quelle ampie e luminose dei giorni sereni, che quelle strette e scoscese delle notti di prova. Chi ascolta ama e chi ama segue. Vivete così voi per primi e scoprirete che altri fratelli vi camminano al fianco. Primi tra tutti noi preti e diaconi, ascoltatori della voce del Pastore. Poi insieme a noi tutti i fratelli e le sorelle che sono la Chiesa.

La vostra vita nel Cammino Neocatecumenale può essere una preziosa esperienza di questo camminare insieme presbiteri e laici, di questo ascoltare insieme la voce del Pastore, che non parla solo attraverso la voce del Presbitero o del Catechista, ma anche attraverso la Parola che risuona nel cuore di ogni fratello, anche del più piccolo e fragile. Non dimenticatelo e sarà una ricchezza di fede da condividere con tutti noi.

In un suo libro, scritto quando ancora era il Provinciale dei Gesuiti argentini, il Papa fa una riflessione sul rapporto tra i preti ed il popolo di Dio, il popolo fedele, come Lui ama chiamarlo, che vi lascio come messaggio conclusivo.

«Quando studiavo teologia – dice Bergoglio – restai molto colpito da una formula della tradizione cristiana: il popolo fedele è infallibile in credendo, nel credere. Ne ho tratto una mia formulazione personale, che non sarà molto accurata ma mi è di grande aiuto: se vuoi sapere che cosa crede la Madre Chiesa, rivolgiti al Magistero – è esso, infatti, che ha l’incarico di insegnarlo infallibilmente –, ma quando vuoi sapere come crede la Chiesa, guarda il popolo fedele. Il Magistero ti insegnerà chi è Maria, ma il nostro popolo fedele t’insegnerà come si ama Maria». (J.M.Bergoglio, Nel cuore di ogni Padre, 2014, 39).

Carissimi andate ad insegnare che cosa credere al nostro popolo, ma andate sempre da loro ad imparare come si crede.

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