Rosaria Del Balzo Ruiti, confermata alla presidenza della Fondazione Carima per un secondo mandato. Come sono stati i primi 4 anni?
Non sono stati semplici, caratterizzati purtroppo da due terremoti: quello economico di Banca Marche e il sisma del 2016. La diminuzione delle risorse economiche ha costretto ad aguzzare l’ingegno per restare una presenza importante diventando non più semplici erogatori, ma collettori delle istanze dei sindaci e del territorio. 4 anni importanti che hanno preparato il terreno per nuovi progetti: per questo ho accettato con molto piacere l’offerta di un secondo mandato.

Un Cda che passa da 7 a 5 membri, con alcune conferme e novità: un rinnovamento nella continuità?
Al di là del numero, con un consiglio composto di persone provenienti dalla società civile, soprattutto dal terzo settore piuttosto che dalle istituzioni, già con la prima elezione si è segnato un giro di boa e su questa linea continueremo. Fanno parte del nuovo Cda l’ex segretario generale Renzo Borroni, riconferma per Donatella Pazzelli di Camerino, new entry l’architetto Giacomo Alimenti (Responsabile dell’ufficio diocesano per il coordinamento sul sisma), l’imprenditore di Civitanova Francesco Sabatucci vice presidente. Nuovo segretario generale è Gianni Fermanelli.

Quali saranno le linee di intervento?
Proseguirà la vicinanza alle zone terremotate, rafforzando questa presenza con il recupero degli archivi storici. Vogliamo continuare a rispondere alle richieste dei sindaci che ancora non stanno vedendo nemmeno i primi bagliori della ricostruzione. Continueremo a essere vicini alla sanità di questa Area Vasta. Doneremo strumentazioni sanitarie d’eccellenza perché i cittadini trovino qui i migliori macchinari. Avremo un occhio particolare per i progetti di informatizzazione e per la sicurezza delle scuole.

Quali idee per l’estate 2019 a Palazzo Ricci?
Sicuramente ci dedicheremo a una mostra con tante sfumature di “rosso desiderio”, leitmotiv della stagione lirica 2019 dello Sferisterio.

Rosaria Del Balzo Ruiti alla manifestazione “Macerata mon amour”

Da venti anni è anche presidente di Croce Rossa comitato di Macerata: che impegno è per lei?
Croce Rossa per me rappresenta il desiderio di una vita; è un lavoro fatto in tanti anni con volontari straordinari e dipendenti che hanno scelto di mettersi al servizio degli altri; è stato fatto un grande lavoro a favore del territorio. È cresciuta molto l’attività di socio assistenza: aiutiamo circa 1.400 i nuclei familiari; di questi l’85% è costituito da italiani. Sottolineo questo dato per mettere a tacere le tante “cornacchie” che ci accusano di aiutare solo gli stranieri.

Lei è stata bersaglio di polemiche dopo la scelta di non partecipare come Croce Rossa al nuovo bando per l’accoglienza…
Una scelta semplicemente coerente. Le polemiche nei confronti della Croce Rossa e della mia persona (leggi l’editoriale dedicato all’argomento, ndr) erano iniziate già quando qualche tempo fa avevo dichiarato, con i dati rendicondati e carte in mano, che i 33 euro circa erogati per l’accoglienza dei richiedenti asilo non erano sufficienti, a volte, per garantire un livello di accoglienza buono. Convinta di ciò, figuriamoci se potevamo continuare a fare assistenza con una cifra che si è ridotta di più della metà. La Croce Rossa è entrata in questo servizio mettendosi a disposizione, come sempre nella sua storia. Chi sbarca si trova davanti come prima divisa quella della Croce Rossa: siamo sempre stati in prima linea e continueremo a esserlo.

Come avete gestito i progetti di accoglienza?
Abbiamo cercato di curare ogni fase con grande attenzione. Ad esempio cercando di dislocare le persone in case di campagna per affrontare anche la paura iniziale, un sentimento legittimo, giustificabile, ma che è possibile superare con la conoscenza. Abbiamo seguito il protocollo umanitario della Croce Rossa; ora non possiamo più farlo. Questo non vuol dire che le nostre porte non rimarranno aperte; siamo pronti per affrontare l’emergenza, come è sempre stato nello spirito di Croce Rossa.

Infine, si è fatto il suo nome per l’appuntamento elettorale del 2020 a Macerata. Ci sta pensando?
Già la Croce Rossa e la Fondazione Carima mi impegnano tanto: è davvero un grande lavoro sul territorio al servizio degli altri. Però quest’anno compirò 60 anni e non c’è sera in cui non mi faccia la domanda: «Chi lo sa cosa farò da grande?». Ho ancora tanta curiosità nei confronti della vita e spero che questa mi riservi grandi sorprese; io ci metterò tutto l’impegno.

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