Nel corso della Santa Messa celebrata nella chiesa dell’Immacolata nel pomeriggio del sabato 29 giugno, solennità dei Santi Pietro e Paolo, il vescovo Nazzareno Marconi ha pronunciato la seguente omelia.

50 anni fa, mons Tonini, appena entrato a Macerata nella sera precedente, celebrava questa stessa Messa di San Pietro e Paolo. Nella sua vita avrebbe continuato a dimostrare, da Vescovo e poi Cardinale, che a questi due Apostoli si ispirava in modo particolare.

Come Paolo fu un uomo della Parola, un vero evangelizzatore, senza peli sulla lingua, appassionato tanto da essere a volte contestato e contrastato. Davvero obbedì alla raccomandazione che San Paolo fa nella sua Seconda lettera a Timoteo: «Annuncia la Parola, insisti al momento opportuno e non opportuno» (2Tim 4,2).

D’altra parte si trovò qui con un compito difficile, nel 1969 diventava infatti vescovo di Macerata e Tolentino, ma con il compito di unire anche Recanati, Cingoli e Treia. Come se non bastasse quell’anno era anche un anno particolarissimo, di grandi novità e cambiamenti che avrebbero segnato la storia; guidare la barca diocesana, la barca di Pietro, in questi cambiamenti senza perdere la rotta non era certo facile.

In quel 1969 ci fu: lo Sbarco sulla luna, l’inizio negoziati per la fine della guerra del Vietnam, la strage di Piazza Fontana, ma anche la legge sulla pensione sociale per tutti.

Nella vita della Chiesa si ha la pubblicazione del Messale di Paolo VI che introduceva stabilmente e per tutti la nuova Messa del Concilio. In pochi anni, solo 6, monsignor Tonini diede inizio a tante cose, che poi per quasi 20 anni monsignor Tarcisio Carboni cercherà di far crescere e maturare. Come dice papa Francesco: non è solo importante fare le cose, ma soprattutto dare inizio a buoni processi.

Il Cardinale non fu solo un uomo della Parola, come san Paolo, ma anche un uomo semplice però dalla fede forte, granitica, fondata come una pietra su Gesù Signore, come san Pietro.

Quando, da poco nominato Cardinale, Tonini celebrò a Macerata nel 1995 i funerali di monsignor Carboni, nell’omelia, per parlare da uomo semplice del senso della fede, della vita e della morte, raccontò di un suo dialogo con un altro uomo semplice, un vecchietto a cui stava dando gli ultimi sacramenti, il vecchietto era sereno nella sua forte fede e disse al Cardinale: «Io e il Signore, ci siamo fatti compagnia per tutta la vita: è stato bellissimo».

Vorrei che dal cielo il Cardinale ci ottenesse da Dio il dono di una fede come questa; che anche noi, alla fine della vita potessimo dire con un ultimo sorriso: «Io e il Signore, ci siamo fatti compagnia per tutta la vita: è stato bellissimo».

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