Sono trascorsi 50 anni da quando il vescovo Tonini prese servizio nella diocesi di Macerata accolto da una folla di fedeli festosi in Piazza della Libertà e da una Cattedrale gremita per partecipare alla celebrazione eucaristica del nuovo presule. Un uomo schietto e paterno mi accolse il primo luglio 1969 – lui era entrato in diocesi il 28 giugno – quando mi presentai per farmi conoscere. Avevo terminato il mio itinerario teologico nel seminario regionale di Fano e non ero stato però ordinato sacerdote a motivo del mio passato che aveva visto manifestazioni di contestazione a un cardinale del nord delle Marche e al vescovo amministratore della diocesi Aurelio Sabattani succeduto al vescovo Silvio Cassulo deceduto in seguito a un incidente il 27 novembre 1968.

Il vescovo Tonini non ebbe difficoltà a consacrarmi diacono il 21 settembre e poi prete il 27 settembre. Mise in chiaro che lui condivideva molte delle nostre idee ma non il metodo della contestazione di piazza a una eminente personalità della Chiesa.

La celebrazione della mia ordinazione si svolse nella parrocchia di Villa Torre di Cingoli e come tradizione ci fu un pranzo a cui fu invitato tutto il paese: gente che non profumava d’incenso ma onesta, laboriosa e molto attaccata alla famiglia, nella fabbrica dove mio fratello lavorava da operaio.

Uomo dallo stile diretto e informale, mi convocò a Cingoli, che raggiunse nel pomeriggio freddo e nevoso del 27 dicembre nella sua Fiat 850, per chiedermi in quale parrocchia avrei desiderato andare a svolgere il mio ministero. Ricordo un vescovo in mezzo alla gente, soprattutto a contadini e braccianti.

La personalità di monsignor Tonini era poliedrica: dovunque ci fosse una questione che chiamava in causa l’essenza dell’umanità, là lui si spendeva con tutte le sue energie. Ebbe sempre un’attenzione vivissima per la cultura. Nei primi mesi del 1970 fondò un settimanale chiamandolo “Gente Marche” perché, come mi spiegò, credeva molto nella ricchezza dell’umanità della gente della nostra regione. Spesso ripeteva che questo era un patrimonio prezioso da conservare. Amava girare con la sua utilitaria per le campagne della diocesi; un giorno vide un gruppo di mietitori al lavoro e tranquillamente si fermò a pranzare, sedendosi con loro ai bordi del campo. Così come prese molto a cuore anche la vicenda di un gruppo di lavoratori di un’azienda in crisi di Sforzacosta. Era un nomade, come lui stesso amava definirsi, che ci ha insegnato a ricercare sempre l’incontro con l’uomo di oggi e che anche quando se ne andò da Macerata, non dimenticò i nomi delle sue vie e frazioni.

Quando noi del periodico Emmaus chiedemmo all’allora sindaco Giorgio Meschini di conferirgli la cittadinanza onoraria, la richiesta venne subito accolta dall’assise comunale e così il 18 settembre 2004 il cardinale ricevette le chiavi della città. «A Macerata – disse – ho trovato quell’humanitas che è la speranza del futuro. Un futuro di grandi trasformazioni». La sera stessa del conferimento, con una macchina guidata da un autista del Comune lo accompagnai a Ravenna dove arrivammo nel cuore della notte. Ci recammo nella sua modesta stanza piena di giornali e libri all’Istituto di Santa Teresa e lui, ormai erano quasi le due dopo mezzanotte, volle riaccompagnarmi in strada per salutare anche l’autista. Aveva compiuto novanta anni nel luglio precedente.

Il suo ricordo sfaccettato in tanti altri particolari attinti da numerosi incontri che ho avuto con lui, mi sembra combaciare con tanti tratti della figura di papa Francesco. Come l’attuale pontefice, anche mons. Tonini guardava molto lontano nella storia e verso nuovi orizzonti culturali intravedendo segni che poi avrebbero preso vigore e risonanza espandendosi nella riflessione bioetica; colse in anticipo il rilievo che avrebbero assunto le trasmigrazioni dei popoli. Talvolta questa sua visione “profetica” della storia gli ha procurato incomprensioni, come emerge da alcune pagine del diario in cui puntualmente e dettagliatamente annotava le sue giornate. Questo lo potei costatare con i miei occhi quando mi mostrò alcune pagine descrittive di incontri di gioia e di sofferenza che lui aveva provato.

Lascia un commento

  • La Foto (141)
  • Lavoro (175)
  • Macerata (1.504)
  • MenSana (27)
  • Missioni (22)
  • Mondo (1)
  • Montefano (12)
  • Musica (20)
  • News (2.978)
  • Politica (81)
  • Pollenza (47)
  • Pop Corn (31)
  • Programmi (23)
  • Quaresima (57)
  • Recanati (591)
  • Regione (314)
  • Reportage (28)
  • Rubriche (16)
  • Rugby (16)
  • Salute (240)
  • Scuola (417)
  • Sinodo (3)
  • Sisma (292)
  • Social (591)
  • Società (1.193)
  • Sport (531)
  • Tolentino (407)
  • Treia (272)
  • Unimc (253)
  • Video (2.023)
  • Volley (234)