“Paolo sceglie lo sguardo che lo spinge ad aprire un varco tra il Vangelo e il mondo pagano”. Lo ha detto il Papa, che nella catechesi dell’udienza di oggi ha fatto notare come “nel cuore di una delle istituzioni più celebri del mondo antico, l’Areopago, egli realizzi uno straordinario esempio di inculturazione del messaggio della fede: annuncia Gesù Cristo agli adoratori di idoli e non lo fa aggredendoli, ma facendosi ‘pontefice, costruttore di ponti’”. Poi Francesco è entrato nel dettaglio della dinamica di inculturazione messa in moto dall’apostolo: “Paolo prende spunto dall’altare della città dedicato a ‘un dio ignoto’ – cioè un altare che era scritto al dio ignoto: nessuna immagine, niente, soltanto quella iscrizione – e, partendo da quella ‘devozione’ per entrare in empatia con i suoi uditori, proclama che Dio ‘vive tra i cittadini’ e ‘non si nasconde a coloro che lo cercano con cuore sincero, sebbene lo facciano a tentoni’. È proprio questa presenza che Paolo cerca di svelare: ‘Colui che, senza conoscerlo, voi adorate, io ve lo annuncio’”.

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