di M.Michela Nicolais

Il Papa e il Grande Imam che entrano insieme mano nella mano  e, dopo i rispettivi discorsi, firmano un Documento comune sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune. È l’istantanea, già consegnata alla storia, del primo viaggio di un Pontefice nella penisola arabica. Nove mesi dopo la storica firma di Abu Dhabi, Francesco e Al-Tayeb si incontrano di nuovo oggi in Vaticano, come era già accaduto il 23 maggio del 2016 e l’8 novembre del 2017.

Il “feeling” tra il Papa sudamericano e il leader della prestigiosa università del Cairo, punto di riferimento mondiale per l’islam sunnita, era apparso evidente anche in un altro abbraccio, quello avvenuto durante il viaggio apostolico in Egitto, nell’aprile 2017, definito da Bergoglio fin dalla vigilia un viaggio di unità e fratellanza. E “fraternità” è proprio la parola chiave del Documento sulla fratellanza, come dell’intero viaggio negli Emirati Arabi. “Fratello” è la parola scelta dal Santo Padre per rivolgersi ad Al-Tayeb fin dal primo incontro e nel discorso pronunciato all’Università Al-Azhar, in cui Francesco si è soffermato sui tre fondamenti del dialogo: identità, alterità e sincerità.

“In quanto responsabili religiosi, siamo chiamati a smascherare la violenza che si traveste di presunta sacralità”, l’invito. “Le religioni non incitano mai alla guerra”, l’appello contenuto nel Documento sulla fratellanza, che il Papa ora consegna ad ognuno dei capi di Stato che riceve in Vaticano, insieme ai documenti magisteriali del pontificato.