Nella consapevolezza dell’emergenza, la nostra città si è silenziata dei rumori del vociare delle relazioni, oltre a quelli delle auto che sono ridotte a poche unità.

#IORESTOACASA, se non ho necessità di uscire per lavoro, per continuare un minimo di produzione del territorio, per dare i servizi primari alla città, per fare spesa e approfittare per fare una passeggiata. Non restano a casa i medici, gli infermieri, tutto il personale paramedico, che con un grosso abbraccio virtuale ringraziamo tutti e ci ricordiamo del grande valore del Servizio Sanitario Nazionale.

#IORESTOACASA… se una casa ce l’ho!
Su Facebook, Instagram, e altri social media troviamo post relativi ai senza dimora, a chi vive per strada e una casa non ce l’ha; sul nostro territorio bene o male quasi tutti hanno un alloggio, sia italiani che stranieri. Non ho trovato però la stessa preoccupazione degli anni passati: «Finita l’accoglienza, dormono in tenda: immigrati cercano aiuto in Comune»; «Macerata ai Maceratesi sui migranti accampati a Fontescodella: “Associazioni umanitarie e albergatori li aiutino a spese loro”»; «Migranti: a volte galline dalle uova d’oro, a volte una patata bollente; a volte li si desidera, a volte si vorrebbe che non ci fossero»; «forse è meglio il gas del gus?»; «I senzatetto del Fontescodella in Comune: “Basta notti in tenda, dateci un tetto”».

Ci sono state riduzioni nel numero delle accoglienze ma comunque ci sono, e dove sono? Come vale per loro #IORESTOACASA? Dov’è la loro casa?
In questi giorni di emergenza sanitaria e a cascata economica, dell’economia reale, non dobbiamo dimenticarci di quanti si stanno adoperando per far sì che le strutture di accoglienza diventino la “casa” per chi una casa non ce l’ha e possano comunque, responsabilmente, comprendere il significato di #IORESTOACASA. Comprendere perché non posso andare a trovare i miei connazionali, non posso andare a lavorare per poter mandare i soldi dello stipendio alla famiglia rimasta nel Paese di origine.

#IORESTOACASA chiede di saper creare relazioni fiduciarie con chi le regole non le comprende, italiani e stranieri; chiede di far capire che la casa, la camera, il posto letto, è la necessità primaria da cui può partire la responsabilità verso chi ci sta intorno. E al tempo del COVID-19 comprendiamo che la responsabilità tra cittadini equivale a “reciprocità”.

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