di Matteo Colombo (*)

Le statistiche ci hanno portato a credere che di Coronavirus muoiano soprattutto gli anziani, specie se già malati o se lasciati soli, incustoditi, abbandonati in case di riposo (una minoranza, per fortuna) che sono diventate luoghi disumani, “parcheggi” per “vecchi” che non avrebbero più nulla da dire, che non conterebbero più niente. I numeri, impietosi, lo confermano. Ma questa pandemia si è portata via anche tanti giovani, vite appena sbocciate che sono state recise, spezzate. Per come ci vengono raccontati quei lutti, sembrerebbe che ci siano morti di serie A e di serie B. Si è detto, nei giorni scorsi, che, addirittura, nei reparti di terapia intensiva affollati e senza letti a sufficienza, i medici abbiano dovuto scegliere tra chi curare (i più giovani) e chi no (i più vecchi). Noi non ci vogliamo credere. Non ci piegheremo mai all’idea che una vita sia meno importante di un’altra. Eppure, nei nostri pensieri così umani, quando il Padre chiama a sé qualcuno, viene spontaneo domandarsi: quanti anni aveva? Già. Quanti anni avevano amici, conoscenti, parenti, dottori, infer- mieri, vicini di casa, volontari, uomini della Protezione civile e delle Forze dell’ordine, sacerdoti… che sono morti? Anzi, chi erano? Che percorso hanno fatto prima di giungere al capolinea? Questo vorremmo continuare a sapere. Che il viaggio sia stato lungo o sia stato corto, tutti hanno lasciato il segno. I bollettini quotidiani dei decessi ci stanno “abituando” alla morte. Il rischio che corriamo è di esserne assuefatti. Sentiamo, invece, che ogni esistenza brilla di una sua luce. Non muoiono dei nomi e cognomi, muoiono persone. Il virus è trasversale, colpisce alla cieca. Se ci guardiamo indietro, nel breve tempo di un mese, abbiamo pianto troppe persone. Mi soffermo su chi se ne è andato sacrificandosi per gli altri proprio all’interno dell’emergenza. Torniamo a parlare di medici che si sono ammalati mentre curavano i loro pazienti. Di chi, per la sua professione, è stato costretto ad avere contatti con tanta gente ed è stato contagiato. Di chi non si è risparmiato, come moltissimi sacerdoti che fino all’ultimo, prima di avere febbre alta e tosse, sono stati in mezzo alla comunità, consapevoli che quello era il loro posto. Ad oggi sono 110 i preti che il morbo si è preso; 25 solo nella Diocesi di Bergamo. Tra le varie realtà della pandemia, vogliamo mettere in risalto il ruolo di quei “preti per sempre”, padri premurosi, vicini ai loro figli. Anche noi ne abbiamo persi tre: don Giacomo, don Rino e don Enrico. Il dolore per la scomparsa non deve offuscare le nostre certezze che scaturiscono dalla Pasqua. Però quanti fedeli li piangono; quante famiglie si sentono più sole senza di loro! Un recente sondaggio di “Avvenire” ha messo in luce che «dai profili dei preti diocesani emergono ormai almeno cinque tratti comuni: la popolarità del nostro clero (la gran parte dei preti sono morti contagiandosi perché sono rimasti in mezzo alla gente anziché pensare a mettersi in salvo); la capillarità della presenza di comunità in quartieri di città ma anche in piccoli e minuscoli centri in cui il prete è custode della memoria condivisa, partecipe del passaggio di testimone e di valori tra generazioni; la fedeltà a un luogo, spesso per decenni (ci sono parroci rimasti in una comunità per 40 anni); l’umiltà di uno stile di servizio nel nascondimento più assoluto, fino a una morte in solitudine; e la preziosità di presenze che la gente scopre essere indispensabili, specie quando la lontananza coatta – o la morte – li privano di una persona sempre cara, vicina, disponibile». Si sono sacrificati per noi: non li dimenticheremo.

(*) direttore “Il Popolo” (Tortona)

Lascia un commento

  • La Foto (141)
  • Lavoro (175)
  • Macerata (1.504)
  • MenSana (27)
  • Missioni (22)
  • Mondo (1)
  • Montefano (12)
  • Musica (20)
  • News (2.978)
  • Politica (81)
  • Pollenza (47)
  • Pop Corn (31)
  • Programmi (23)
  • Quaresima (57)
  • Recanati (591)
  • Regione (314)
  • Reportage (28)
  • Rubriche (16)
  • Rugby (16)
  • Salute (240)
  • Scuola (417)
  • Sinodo (3)
  • Sisma (292)
  • Social (591)
  • Società (1.193)
  • Sport (531)
  • Tolentino (407)
  • Treia (272)
  • Unimc (253)
  • Video (2.023)
  • Volley (234)