di Patrizia Caiffa

Entro la fine del 2020 a causa della pandemia di Covid-19 altre 130 milioni di persone soffriranno di fame cronica, una cifra destinata a crescere ulteriormente. È l’allarme lanciato oggi dall’ultimo rapporto sullo Stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo: quasi 690 milioni di persone hanno sofferto la fame nel 2019, ossia 10 milioni in più rispetto al 2018 e poco meno di 60 milioni in più nell’arco di cinque anni. Il rapporto è il frutto della collaborazione tra l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad), il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef), il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (Wfp/Pam) e l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Documenta come – negli ultimi cinque anni  – decine di milioni di individui in tutto il mondo sono passati nelle fila dei sottoalimentati cronici e diversi Paesi sono alle prese con molteplici forme di malnutrizione. A questi si aggiungono miliardi di persone che, a causa dell’aumento dei costi e della scarsa disponibilità di mezzi, non hanno accesso a una dieta sana o nutriente. Il più alto numero di affamati si trova in Asia, ma il fenomeno sta dilagando anche in Africa. Lo Stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo è lo studio più autorevole pubblicato a livello mondiale che verifica i progressi compiuti nella lotta alla fame e alla malnutrizione.

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