di G.A.

Questa settimana l’Osservatorio #conibambini indaga lo stato dell’edilizia scolastica in vista del rientro a settembre. Isolando i 15 comuni italiani con oltre 200mila abitanti, “8 presentano un dato in linea o superiore alla media nazionale”. In particolare “Torino (oltre il 90% di edifici costruiti per uso scolastico) e Padova, Catania e Trieste (quota superiore all’80%).
In tre città la quota di edifici scolastici costruiti appositamente per questo scopo non raggiunge la metà del totale, in base ai dati Miur. Si tratta di Bologna, Milano e Napoli”.

Un altro aspetto da valutare nella realizzazione degli interventi è la presenza di complessi storici o comunque edifici vetusti. Anche da questo punto di vista, vi sono differenze tra una regione e l’altra. Se si prende in considerazione l’incidenza di edifici che hanno almeno 100 anni, “in Liguria circa il 20% del patrimonio edilizio scolastico è stato costruito prima del 1920, in Piemonte il 16% e attorno al 10% in Lombardia, Valle d’Aosta, Emilia-Romagna, Toscana e Friuli Venezia Giulia.

Le regioni dove incide maggiormente la presenza di edilizia scolastica post 1976 sono Puglia, Molise, Calabria e Sardegna. In questi territori circa la metà del patrimonio di edilizia scolastica è stato costruito negli ultimi 45 anni. Le regioni con minor presenza di edifici costruiti dopo il ’76 sono Liguria (23%), Veneto (20%) e Piemonte (7%). Nel caso di Piemonte e Veneto però incide anche l’alta quota di edifici per cui questa informazione non è disponibile: 36% in Veneto, 58% in Piemonte”.

Questi dati, ovviamente, sono eterogenei anche all’interno delle stesse regioni, una volta osservati comune per comune. La quota di edifici costruiti dopo il 1976 è più bassa soprattutto nelle città principali, dove i servizi scolastici si sono sviluppati storicamente prima. Ad esempio nei comuni polo, baricentrici in termini di servizi, “il 31% degli edifici è stato costruito dopo il 1976, dato che sale al 37% nei comuni più esterni, da quelli di cintura a quelli periferici. Del resto, nei comuni polo è anche più diffusa la presenza di patrimonio edilizio antecedente al 1920: 1 edificio su 10 in media, contro il 7% dei comuni cintura (l’hinterland delle maggiori città) e il 3% dei comuni periferici”. Nelle aree interne, “oltre la metà del patrimonio edilizio scolastico è stato costruito tra il 1921 e il 1975 (52-53% in media nei comuni periferici e ultra periferici, contro il 49% dei poli e il 43% dei comuni cintura)”.

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