Taglio del nastro domenica 23 agosto per la chiesa dedicata a Sant’Elena Imperatrice nella frazione cingolana di Avenale. La chiesa, chiusa ai fedeli dopo i danni del terremoto del 2016 è stata oggetto di un restauro importante e tanto atteso che rappresenta un esempio positivo di ricostruzione post sisma e vede la Diocesi come soggetto attuatore.

«Il restauro e la riapertura della chiesa di Avenale – commenta il vescovo di Macerata mons. Nazzareno Marconi – è importante non solo per questo piccolo borgo, ma perché permette di mostrare in pratica come l’applicazione di un principio della Dottrina sociale della Chiesa abbia permesso il realizzarsi di una storia di buona politica. La Chiesa nella sua bimillenaria esperienza umana ha imparato dalla vita alcuni principi della buona politica, uno di questi è il principio di sussidiarietà: lo Stato non sempre deve fare tutto, quando può trovare tra le Istituzioni e le libere aggregazioni dei cittadini delle preziose collaborazioni a cui è bene sappia delegare. L’ordinanza 23 in base alla quale si è operato il recupero di questa bella chiesa, è nata e cresciuta grazie al dialogo tra i vari Commissari del terremoto, le Diocesi e la CEI. Delegare alle Diocesi la realizzazione di alcuni restauri è stata la decisione saggia di: valorizzare le competenze degli uffici diocesani, le conoscenze storiche delle loro chiese, la loro lunga collaborazione con professionisti del territorio e imprese che conoscono bene le tecniche di recupero di queste opere realizzate dai loro antenati. Poi, sempre questo confronto, ha permesso di individuare delle chiese come questa che necessitavano di opere di messa in sicurezza per evitare più gravi danni, ma dove, con la stessa spesa della messa in sicurezza, si potevano realizzare opere definitive tali da permettere il riuso del bene. Questa è perciò una bella storia di dialogo e fiducia tra Stato e Chiesa, che ha permesso un risultato celere, economico, efficace. In diocesi abbiamo altre tre chiese che fanno parte di questa bella storia, ognuna più o meno complessa, come accade sempre quando si lavora, ma tutte ormai ben indirizzate all’arrivo: Sforzacosta, San Michele di Treia e Moscosi. Nei prossimi mesi vivremo anche queste belle riaperture.
Il dialogo di cui parlavo è andato avanti su tutto il piano di ricostruzione che ora, con le ordinanze di questi giorni, si apre a buone prospettive che anche l’esperienza di Avenale ha reso possibili. Grazie a tutti».

Doverosa infine la precisazione circa le nuove opportunità offerte dalla struttura di accoglienza da anni, punto di riferimento per esperienze di condivisione in Diocesi: «Da un punto di vista pastorale, il borgo di Avenale è un piccolo centro, ma ha svolto un rilevante ruolo diocesano come luogo di formazione spirituale per famiglie, giovani ed adulti. Le situazioni cambiano, così cambiano le esigenze e gli stili di vita. Non ultimo quello che il Covid sta cambiando nel nostro modo di ritrovarci, festeggiare, stare insieme per tempi di formazione e di svago: non possiamo dimenticarlo, consapevoli che durerà non solo qualche mese. Perciò il futuro di Avenale non potrà semplicemente essere un ritorno a fare ciò che si faceva prima, come lo si faceva prima. Su questo come Vescovo voglio essere chiaro con tutti. Potremo però cercare di non disperdere il bene del passato; per questo la Parrocchia di Avenale viene affidata all’Unità Pastorale di Cingoli guidata da don Patrizio, perché questo bel borgo si apra sempre di più al territorio che lo circonda e tutta la comunità cristiana del cingolano possa fare un buon uso delle potenzialità pastorali di questa bella Chiesa. Poi istituisco presso la casa parrocchiale di Avenale il Centro Diaconale Diocesano. La nostra Chiesa diocesana sta portando avanti la bella realtà del diaconato permanente. I nostri diaconi, a partire dai più vicini come Stefano Spernanzoni, che già ama da anni questo centro e di cui si è preso amorevole cura, insieme agli altri diaconi diocesani a partire dal vicino Renzo Mazzieri, avranno qui il loro Centro di formazione permanente; qui potranno portare i gruppi delle parrocchie in cui operano pastoralmente per momenti di formazione catechistica e spirituale; qui cureranno anche l’animazione pastorale del borgo di Avenale in stretta collaborazione con don Patrizio e tutta l’UP di Cingoli. Spero che questa presenza e azione dei nostri diaconi possa far crescere anche nel territorio cingolano delle belle vocazioni al diaconato permanente».

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