Sarà firmato dal regista Daniele Menghini Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini che andrà in scena il 24, 30 luglio e il 6, 14 agosto 2021 come secondo titolo del prossimo Macerata Opera Festival; sul podio José Miguel Pérez-Sierra.
In occasione del centenario dalla prima opera allo Sferisterio, il Festival 2021 #100x100sferisterio presenta un programma celebrativo con tre titoli operistici, fortemente simbolici e legati al luogo e al territorio: Aida di Giuseppe Verdi (23 luglio e 1, 7, 12 agosto), Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini (24, 30 luglio e 6, 14 agosto), La traviata di Giuseppe Verdi (25, 31 luglio e 8, 13 agosto).
Così mentre Aida – in ricordo dello stesso titolo che nel 1921 aprì le porte dello Sferisterio alla lirica e del quale inoltre nel 2021 si festeggiano i 150 dal debutto assoluto al Cairo – andrà in scena una nuova produzione firmata da Valentina Carrasco, e per La traviata si è scelto di ripropose un allestimento iconico come quello firmato da Svoboda e Brockhaus, per il capolavoro rossiniano che torna in scena a Macerata dopo oltre 25 anni, l’Associazione Arena Sferisterio ha indetto lo scorso luglio – in collaborazione con il Rossini Opera Festival e Opera Europa – un bando di concorso per la selezione di un progetto di regia, scene e costumi rivolto ad artisti under35.
«Per un festival come il nostro – sottolinea il sovrintendente Luciano Messi – è molto importante riuscire ad essere aperti alle nuove proposte e selezionarle nel modo migliore. Sono molto felice del percorso compiuto a partire dallo scorso inverno e che arriva ora a definizione, grazie al lavoro di una giuria particolarmente competente, di professionisti abituati a lavorare anche con i giovani e che hanno avuto modo di confrontarsi con le sfide di uno spazio unico come lo Sferisterio. Sono quindi soddisfatto che a compimento di un percorso entusiasmante si riesca a dare un’opportunità a un team giovanissimo che certamente farà parlare di sé e che ci ha visti concordi nella scelta».
Sono stati 67 i progetti pervenuti e valutati dalla giuria, presieduta dal regista Graham Vick e composta da Cristian Della Chiara (responsabile relazioni istituzionali e marketing Rossini Opera Festival), Paolo Fantin (scenografo), Eleonora Pacetti (responsabile Young Artist Program Teatro dell’Opera di Roma), Barbara Minghetti e Luciano Messi (direttrice artistica e sovrintendente Macerata Opera Festival).
«Ho accettato con interesse ma anche con un po’ di ansia di guidare la giuria di questo concorso – spiega il regista inglese Vick, che a Macerata ha diretto nel 2017 Il flauto magico –; l’opera di Rossini è molto difficile e andrà messa in scena in uno spazio ancora più difficile. Il livello dei giovani registi oggi però è ottimo e infatti i lavori dei tre team finalisti sono stati di alto livello. Il team vincitore ha progettato un allestimento bellissimo, nuovo e di grande impatto».
In finale sono arrivate le proposte dei registi Andrea Bernard, Adriana Laespada e Daniele Menghini che, lunedì 19 ottobre, sono stati invitati a realizzare una sessione di prove live al Teatro Lauro Rossi di Macerata, alla presenza della giuria. I finalisti e i loro team hanno quindi presentato nuovamente il loro progetto alla commissione esaminatrice e messo in scena un frammento del Barbiere di Siviglia. La commissione ha decretato vincitore del concorso il progetto del regista Daniele Menghini, con le scene di Davide Signorini e i costumi di Nika Campisi. Il team vincitore riceverà una scrittura di 25mila euro. Nella proposta vincitrice, Figaro da primo attore diventa regista e progetta una messinscena che non può fallire e alla quale affida le sorti del giovane Conte d’Almaviva e la speranza di libertà di Rosina. Nel mondo dell’entertainment multitasking, in cui il pubblico sceglie cosa vedere e chi seguire, in cui la realtà diventa finzione e viceversa, dove lo spettatore medio, l’uomo comune diventa protagonista assoluto, una star, un influencer, traslare l’azione in un set nasce da un’attenta analisi del libretto e della musica, nonché dei procedimenti di mascheramento sui quali si fonda tutta l’azione.
«Siamo felicissimi – ha dichiarato a caldo Davide Menghini – e ci tremano le gambe al pensiero di mettere in scena il nostro progetto allo Sferisterio: non ci credevamo e non ci crediamo tuttora. Adesso bisogna farlo e non vediamo l’ora di metterci al lavoro con tutto lo staff qui a Macerata. Non ci sarà solo da realizzare una regia forse audace e rischiosa, ma bisognerà anche portare a termine alcuni progetti collaterali per la città. Abbiamo tanta voglia di farlo e di riportare dopo tanti anni Il barbiere di Siviglia sul palco dello Sferisterio».

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