Collegati dal rettorato, dal polo pantaleoni, dalle sedi di Vallebona e di piazza della Libertà, e dalle case dei docenti e studenti, la comunità accademica dell’Università di Macerata ancora una volta si è ritrovata insieme per il tradizionale scambio di auguri natalizio. In centinaia raccolti ancora una volta insieme al rettore Francesco Adornato, al direttore generale Mauro Giustozzi e al prorettore Claudio Ortenzi.

“Essere qui oggi – ha esordito il rettore Francesco Adornato – è come assistere a un’esplosione di vitalità che sembra quasi cancellare quest’anno difficile, la stagione inedita e dolorosa che ha causato morti ai quali rivolgiamo il nostro pensiero memore e che estendiamo anche alle loro famiglie. Ancora una volta, come ateneo, non ci siamo arresi, ci siamo trovati insieme, consapevoli che sarebbe servito l’afflato, lo spirito di coesione e di attaccamento all’Ateneo. Ringrazio per questo i colleghi che hanno agito e reso possibile tutto ciò, le strutture e i responsabili che ci hanno permesso di essere vicini nella lontananza. Non solo oggi, ma anche durante tutto quest’anno con i Graduation Days, con la visita del Presidente Mattarella, con la riapertura alle matricole – matricole che rappresentano un numero sorprendente e significativo”.

Oltre 1.900 matricole e 9.000 domande di iscrizione sono i dati più recenti di un Ateneo che ha risposto con determinazione a una delle stagioni più difficili.

Quest’anno l’Università ha, inoltre, investito 38 milioni di euro per quanto riguarda l’edilizia, l’efficientamento energetico, la sicurezza antisismica. Sono stati presi in affitto spazi nel centro storico. In accordo con l’amministrazione Comunale, con la quale è stato avviato un dialogo “aperto e attento”, come ha sottolineato il rettore Adornato, si rimetterà mano al progetto per un caffè letterario in piazza Garibaldi. A febbraio sarà inaugurata Villa Lauri, restaurata da UniMc, e riqualificato il parco annesso da parte del Comune.

“Ci stiamo preparando al 2021 già da tempo – ha concluso Adornato -, con la serietà necessaria per rafforzare l’ateneo e il suo ruolo sul territorio, sempre a testa alta e fieri con lo sguardo rivolto al futuro, il futuro prossimo”.

L’Ateneo è scivolato dall’emergenza sismica a quella pandemica, continuando a lavorare a testa bassa, come ha sottolineato anche il direttore generale Mauro Giustozzi. “Credo – ha detto – che mai come in questo momento l’università sia vista come un baluardo al decadimento e alla crisi che c’è nel nostro territorio. Volevo concludere con tre parole: consapevolezza, orgoglio e sorriso. La consapevolezza del momento, della nostra situazione e di quella degli altri, della sofferenza che c’è in giro, delle difficoltà. L’orgoglio di essere parte di una grande amministrazione e una grande realtà. Infine il sorriso, anche se un po’ difficile in questo momento: il sorriso di chi, nonostante tutto, intravede un ritorno alla normalità a cui tutti aspiriamo”.

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