Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviata all’Assessore Regionale alla Sanità Filippo Saltmartini da parte della Presidente Alzheimer Uniti Italia Manuela Berardinelli.

Egregio Assessore Saltamartini,
le scrivo in merito all’apertura delle adesioni alla vaccinazione che è stata rivolta nell’ultima settimana ai caregivers e conviventi delle persone disabili e estremamente vulnerabili. Molti familiari interpellano l’Associazione per formulare delle domande ed esporci criticità; da sempre crediamo nel “lavoro” di squadra nel rispetto dei diversi ruoli e delle differenti competenze, per cui riferisco a lei a seguire quanto sinteticamente raccolto, certa di una sua pronta attenzione, rinnovandole la nostra disponibilità ad una collaborazione con la Regione, collaborazione che c’è sempre stata a parte la parentesi Ceriscioli.
L’intento comune è quello di rendere l’iniziativa un successo in termini di rapidità ed efficienza sempre nell’interesse primario della persona fragile ed a seguire le elenco i vari aspetti:
In primis coloro che hanno prenotato chiedono quali saranno i tempi di attesa per essere ricontattati dagli operatori sanitari per concordare l’appuntamento in quanto per un caregiver è impossibile lasciare il proprio caro di cui si prendono cura h.24 senza avere il tempo di organizzare la sostituzione;
Altro aspetto per cui i familiari ci contattano è legato alla categoria entro cui fare richiesta. Infatti, all’interno del documento di soggetti estremamente vulnerabili non è espressa in maniera chiara la diagnosi di demenza (Alzheimer, Fronto-Temporale, Corpi di Lewy, Parkinson etc.); questa potrebbe essere inclusa nella sezione Malattie neurologiche;
Un ultimo aspetto da chiarire (magari attraverso una nota esplicativa) riguarda le condizioni che consentono il riconoscimento dello stato di vulnerabilità (tanto del soggetto quanto del caregiver).
Le casistiche di cui siamo a conoscenza, infatti, vedono diverse possibilità:
Soggetti con diagnosi di demenza e riconoscimento dell’invalidità al 100%
Soggetti con diagnosi di demenza e invalidità <100%
Soggetti con diagnosi di demenza (attestata per mezzo di esami strumentali, neuropsicologici e specifiche scale di valutazione(CDR o MMSE) che non hanno il riconoscimento di invalidità (perché rigettata, perché in attesa di risposta dalla commissione o perché mai fatta).
A tal proposito la proposta è quella di inserire una voce specifica per la diagnosi di demenza e dare dei riferimenti ai soggetti e ai caregivers rispetto alle condizioni di accoglimento dell’adesione alla campagna vaccinale.
Rinnovando la nostra totale disponibilità a collaborazioni in materia di Alzheimer e demenze, mi permetto di chiederle un’ultima cosa: prima di “aprire” alle adesioni della vaccinazione per i 60-65 (e vado contro i miei interessi perché ho 60 anni) le chiedo formalmente di dare la priorità ai caregivers, non solo per l’Alzheimer ma ovviamente per i tanti che si prendono cura delle molteplici patologie che danno disabilità e che non consentono autonomia, se si ammala uno di loro, anche se la persona malata è vaccinata, si rischia ugualmente la tragedia perché nessuno se ne potrà occupare.
La ringrazio per l’attenzione e La saluto con viva stima
Manuela Berardinelli

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