Una festa di cui si comprende poco il valore. Settantasei anni di pace, che noi troppo spesso diamo per scontati. No, non dobbiamo dimenticare la fortuna di questi lunghi anni di crescita e di crisi ma tutti vissuti nella pace. I cannoni della Seconda Guerra Mondiale tacquero in Europa il 9 maggio 1945, e da quello stesso giorno i bombardieri non sganciarono più i loro carichi di morte. Non che con la fine delle ostilità non ci siano state ancora le sofferenze delle popolazioni, ma la carneficina però, almeno quella bellica, aveva tuttavia avuto termine.

Fu una pace all’inizio apparentemente fragile quella che gli europei ebbero in eredità dall’immane scontro armato. Fragile anche per quella che sarà la Guerra Fredda. Nonostante il muro di Berlino, nonostante la crisi dei missili a Cuba, nonostante le guerre in Corea e in Vietnam, i progetti di apocalisse nucleare e di scudo spaziale, l’atroce conflitto che ha dilaniato i Balcani, la pace in Europa ha retto.

Tre intere generazioni del vecchio continente sono vissute senza aver provato la guerra, il più lungo periodo di pace dell’Europa dopo l’impero romano. Papa Francesco ha più volte richiamato tutti all’impegno nella ricerca del bene comune e nello sviluppo della cultura della pace auspicando che l’umanità contemporanea “impari dagli errori del passato”. La storia dell’Europa inizia proprio quando termina la guerra, un gruppo eterogeneo di persone mosse dagli stessi ideali di pace, unità e di prosperità si riuniscono all’Aia dal 7 all’11 maggio del 1948 per iniziare un percorso che ci ha portato all’Unione Europea. Sono leader politici, combattenti della resistenza, avvocati che daranno vita al progetto Europeo. Senza il loro impegno e la loro motivazione non potremmo vivere nella pace e stabilità che oggi diamo per scontata. Tra loro ricordiamo: Alcide De Gasperi, Nilde Iotti, Jean Monnet, Robert Schuman, Konrad Adenauer, Altiero Spinelli, Simone Veil, Helmut Kohl e François Mitterrand.

Fu Robert Schuman, Ministro degli Esteri francese a presentare un piano per una nuova forma di cooperazione politica in Europa per rendere impensabile una guerra tra i paesi europei. Questa proposta è considerata l’atto di nascita di quella che oggi è l’Unione europea. In quei giorni i rappresentanti provenienti dai paesi europei si riuniscono nel Congresso per discutere di nuove forme di cooperazione. L’obiettivo è promuovere la democrazia e tutelare i diritti umani. Negli anni Cinquanta la Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA) comincia a unire i paesi sul piano economico e politico al fine di garantire una pace duratura. I sei membri fondatori sono il Belgio, la Francia, la Germania, l’Italia, il Lussemburgo e i Paesi Bassi. Nel 1957, il trattato di Roma istituisce la Comunità Economica Europea (CEE), o “Mercato comune”. Gli anni ’60, quelli del boom economico e del maggio francese del 68 vedono l’adesione della Danimarca, dell’Irlanda e del Regno Unito. Nel 1981 la Grecia diventa il decimo Stato membro dell’UE, mentre il Portogallo e la Spagna aderiscono all’UE cinque anni dopo. Gli anni Novanta sono quelli di due importanti trattati: il trattato di Maastricht sull’Unione europea (1993) e il trattato di Amsterdam (1999). I cittadini europei si preoccupano di come proteggere l’ambiente e di come i paesi europei possano collaborare in materia di difesa e sicurezza. Nel 1995 aderiscono all’UE tre nuovi Stati membri: Austria, Finlandia e Svezia. Una piccola località del Lussemburgo dà il nome agli accordi di ‘Schengen’ che, gradualmente, consentono ai cittadini di viaggiare liberamente senza controllo dei passaporti alle frontiere. Iniziano gli scambi di studio per le nuove generazioni. Nel 2000 arriva l’euro e arrivano 10 nuovi Stati membri, seguiti da Bulgaria e Romania nel 2007. La crisi finanziaria colpisce l’economia mondiale nel settembre 2008 ed è redatto il trattato di Lisbona. La crisi economica globale colpisce duramente l’Europa. L’UE aiuta numerosi paesi ad affrontare le loro difficoltà e istituisce l’”Unione bancaria”, allo scopo di rendere il settore bancario più sicuro e affidabile. Nel 2012 l’Unione europea riceve il premio Nobel per la pace. Nel 2013 la Croazia diventa il 28º Stato membro dell’UE, che ritorna a 27 con la fuoriuscita del Regno Unito a seguito della Brexit.

La sfida oggi per l’Unione Europea è la Pandemia che stiamo vivendo, ma continua a essere anche quella della garanzia di Pace e di difesa dei diritti umani. Un sogno di un piccolo numero di uomini che è diventato realtà.

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