Se il 2 giugno del 1946, la nascita della Repubblica, segnava per il Paese un nuovo inizio, mai come oggi è così attuale la voglia di nascita e di ripartenza. Allora, la Costituzione, fu in grado di unire forze distanti e contrapposte. L’auspicio è che anche oggi quei sentimenti di democrazia, libertà e comunione possano ritrovare la loro espressione nella ripartenza della comunità, affinché la libertà di ciascuno di noi si integri di nuovo con quella degli altri, per ricominciare così a vivere nello spirito di solidarietà e collaborazione. 

L’11 giugno, sempre nell’ambito delle celebrazioni per la Festa della Repubblica, cui la città di Macerata ha, come ogni anno, calorosamente partecipato, nel solenne cortile di Palazzo Buonaccorsi, si è tenuta la cerimonia di consegna della Costituzione italiana da parte del sindaco Sandro Parcaroli ai neo diciottenni maceratesi. Un gesto simbolico voluto dal primo cittadino per ricordare alle giovani generazioni l’origine e la storia della democrazia in Italia, incoraggiando la ripresa socio-economica in un’epoca, come questa, dove freneticamente sono cambiati soprattutto i mezzi della comunicazione e delle relazioni sociali.  

«È la febbre della gioventù che mantiene il resto del mondo alla temperatura normale; quando la gioventù si raffredda il resto del mondo batte i denti». È con questa citazione dello scrittore francese Georges Bernanos, che il sindaco Parcaroli ha voluto interpretare il senso della cerimonia rivolta ai ragazzi che hanno fatto ingresso nella maggiore età. «Carissimi ragazzi, oggi siamo qui non solo per consegnare a voi neo diciottenni la Costituzione italiana, ma per rendervi partecipi dell’interesse pubblico e del bene collettivo della comunità». Queste le parole inaugurali del Sindaco, che non manca di riconoscere, tra le varie altre problematicità scaturite dalla pandemia, quella sociale, emersa dalla messa in stand by di tutte quelle forme relazionali, fonte di arricchimento personale per le giovani generazioni e stimolo imprescindibile per la costruzione di una conoscenza civica. 

«Ma a noi piace prendere gli aspetti positivi di quanto accaduto», continua Parcaroli, «perché proprio in un momento così difficile avete imparato il valore dell’attesa. Questo ha fatto sì che il vostro impegno civico crescesse e maturasse. Ora che sembra che l’uscita dalla pandemia sia vicina, spetta a voi, insieme all’aiuto di chi è al vostro fianco ogni giorno, mettere le basi della nostra rinascita e della nostra ripartenza, del nostro futuro». Vi auguro, allora, di poter accettare le sfide che verranno con umiltà, coraggio, determinazione, studi e fame di conoscenza. Non rimanete immobili per paura di sbagliare ma inseguite i vostri sogni». Questo il sentito augurio del sindaco, rimarcato poi dal presidente del consiglio comunale Francesco Luciani, ai veri protagonisti della cerimonia, che con cospicua partecipazione e vivo entusiasmo hanno accolto l’invito del comune di Macerata. 

In un momento cruciale, come quello del passaggio determinante alla maggiore eta, si pensa ai molti cambiamenti che verranno ma si inizia anche ad avvertire una sempre maggiore consapevolezza di responsabilità. Quella responsabilità legata a tutta una serie di doveri, propri di una cittadinanza attiva, come quella espressa nelle righe del patto e atto fondativo che è la Costituzione. «In questo testo c’è soprattutto la persona umana, intesa non come individuo chiuso in sé stesso, come fosse un individuo staccato, ma come una persona nella sua fioritura. E allora, tra i valori che segnano le coordinate di un testo che guarda al presente come al passato e senz’altro al futuro, «credo che quello della solidarietà sia uno dei punti fondamentali, la cui reale importanza abbiamo avvertito proprio in questo anno e mezzo in cui rischiava di essere messa in discussione. Questa è una Costituzione che guarda alla comunità e allora la solidarietà», così la delegata di Unimc Natascia Mattucci ai giovani destinatari di questa cerimonia. 

Allo stesso modo anche il Prefetto Flavio Ferdani, con parole di orgoglio e speranza, sottolinea l’importanza di una manifestazione pensata e rivolta alle giovani generazioni e che, oggi più che mai, non vuole essere una semplice «clausola di stile, bensì un vero e proprio passaggio di testimone» di quel senso di appartenenza a una determinata comunità e al fatto di essere titolari consapevoli di diritti, ma anche di doveri. Come prefetto, continua, «vi do il mio caloroso benvenuto alla vita di questa comunità e credo che questa manifestazione serva per rinsaldare quel senso di appartenenza di noi tutti alla nostra Repubblica», quella Repubblica allora definita da Piero Calamandrei “miracolo della ragione”.

In ultima battuta, una similitudine colta dal prefetto e ragionevolmente esposta ai presenti: «La Costituzione è nata dopo il sacrificio della guerra e di molti uomini che, in un momento tanto difficile, hanno scelto di diventare protagonisti della rinascita del nostro Paese. Oggi noi abbiamo subito una Pandemia, che ha devastato le nostre vite e ha stravolto anche il vostro percorso di vita. Credo che tutti insieme dobbiamo recuperare quel ruolo di protagonisti che allora fece rinascere il paese». 

Non è mancato, infine, il contributo del vescovo di Macerata, Nazzareno Marconi, il quale «parlando da italiano più che da vescovo» e facendo un passo indietro agli anni della gioventù, ricorda ai presenti i tempi dell’occupazione del liceo quando, nel 1977, si parlava di quella giovane Costituzione. Richiama poi un testo del 1995 di Giuseppe Dossetti che a soli 34 anni già scriveva le pagine di quel celeberrimo documento, invitando tutti a rileggere quel testo sui valori della Costituzione con gli occhi critici dell’oggi, riflettendo sul momento delicato che stiamo vivendo, dall’interno come dall’esterno, e al valore dell’Italia nel contesto europeo. 

Dopo gli interventi degli ospiti, la cerimonia, iniziata con l’esecuzione dell’Inno di Mameli, si è conclusa appunto con la consegna di una copia della Costituzione ai nei diciottenni presenti.

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