«Elaborare i traumi significa far tornare la capacità di sognare in chi ora vive la dimensione del limbo, una dimensione senza speranza, senza desideri». Massimo Mari, delegato della Regione Marche per coordinare le iniziative di sostegno psicologico alle popolazioni colpite dal terremoto, ha spiegato così ai soci del Rotary Club di Macerata riunitisi ieri, lunedì 10 ottobre, nella sede della Filarmonica quale sia la dimensione mentale di chi ha vissuto la catastrofe del 24 agosto e ne sta subendo le conseguenze non solo in termini materiali, ma anche, appunto, psicologici.

«Non esistono cambiamenti che non siano preceduti da una catastrofe – ha proseguito Mari -, la dimensione catastrofica è terribile, ma, come insegna Umberto Curi – è sempre la base di una rinascita». All’incontro, organizzato dal presidente del Club, Marco Meldolesi, per comprendere come contribuire in maniera efficace alla rinascita dei territori e delle popolazioni colpite dal sisma, hanno partecipato anche Cesare Spuri, direttore del Dipartimento Protezione Civile Regione Marche, e Andrea Trettaccone dell’associazione musicale «Appassionata».

Due sono i concetti che, secondo Mari, dovrebbero fare da pilastro al processo di ricostruzione: il bell’essere, cioè una rinascita legata alla consapevolezza della bellezza e della cultura che rischiano di andare perdute, e il concetto di resilienza sia delle strutture intese come città e costruzioni, che psicologica delle persone e delle comunità. Questo duplice obiettivo può essere perseguito a partire dalla musica, dall’arte attraverso percorsi organizzati nella natura e attraverso la valorizzazione di coltivazioni nelle zone montane; quindi, altrettanto importante, attraverso una democrazia partecipativa alla ricostruzione. Bisogna puntare agli elementi che determinano la qualità della vita: la vera rinascita non coincide con la semplice riedificazione muraria, quanto con la costruzione di codici che possano scaturire dalla tradizione integrata nel mondo attuale.

Due sono i concetti che, secondo Mari, dovrebbero fare da pilastro al processo di ricostruzione: il bell’essere, cioè una rinascita legata alla consapevolezza della bellezza e della cultura che rischiano di andare perdute, e la resilienza sia delle strutture intese come città e costruzioni, che psicologica delle persone e delle comunità

«Per realizzare azioni realmente efficaci, è fondamentale coordinarsi con chi è vicino alle popolazioni terremotate del maceratese e dell’ascolano, ne conosce le esigenze e ha la necessaria visione d’insieme. Stasera il dottor Mari ci ha indicato le linee di intervento: per percorrere la prima, in particolare, ci avvaliamo della partnership con “Appassionata”», ha sottolineato poi Meldolesi.

Secondo quanto annunciato da Stefano Clementoni, segretario della commissione progetti del Distretto Rotary 2090, si lavora inoltre a un service strutturato in quattro linee d’intervento: creare un incubatore d’impresa per i giovani di Arquata, realizzare un sito di e-commerce solidale per la vendita prodotti agricoli locali, potenziare la rete internet e attivare un microcredito di garanzia per le start-up.

Erano presenti alla serata anche Alfonso Rossi, presidente del Rotary Club di Fermo, Maria Pia Luchetti, Governatrice Distretto 209 Inner Wheel, Antonella Gallucci, presidente dell’Inner Wheel di Macerata, una delegazione del Rotary Club «Matteo Ricci» e Achille Cipriani, comandante dei Vigili del Fuoco di Macerata.

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