«I giovani vanno aiutati a diventare uomini, a diventare donne e vanno trattati come persone che devono crescere con responsabilità ed entusiasmo. Noi adulti non possiamo imputare a loro i guai della società, perché loro sono arrivati per ultimi sulla scena. Ai giovani sono riconosciuti molti diritti, ma forse non si riconosce loro il diritto di fare sacrifici e di conquistarsi la vita».
Ne è convinto mons. Fabio Dal Cin, alla vigilia del suo primo 13 giugno nel ruolo di delegato pontificio della basilica del Santo. Oggi infatti ricorre a Padova la grande festa di sant’Antonio e quest’anno la Tredicina è dedicata ai giovani. «I tempi moderni – prosegue Dal Cin – sono frenetici e costringono a correre continuamente. Ma in questa corsa deve esserci anche la fede, anche i valori che hanno ispirato la vita del Santo: Gesù Cristo, Dio, il Vangelo, la Chiesa, la speranza e la certezza che il bene compiuto oggi non andrà perduto anche se non se ne vedono subito i frutti. E soprattutto che questa corsa sia corsa di fede». Secondo il delegato, il messaggio di Sant’Antonio è quello di «un uomo che ha fatto della fede in Gesù Cristo una risorsa fondamentale della sua vita e della sua missione». E aggiunge: «Sant’Antonio ci aiuta a guardare a come noi investiamo la fede nella vita di tutti i giorni. Perché la fede lui non solo l’ha conservata e neppure si è limitato a difenderla: lui l’ha annunciata, irradiata, trasmessa con entusiasmo e passione». È «un uomo che ha messo il Vangelo come regola e passione della sua vita».