Il cammino di formazione del Seminario Regionale Marchigiano comprende un percorso di impegno nei servizi caritativi che abbraccia tutto l’arco dei sette anni, come esercizio finalizzato a far crescere i seminaristi nello spirito di carità e di attenzione alle esigenze delle persone più bisognose.

Sin dall’anno propedeutico, quello del primissimo discernimento, è prevista un’attività con cadenza settimanale, proprio per far comprendere come questa dimensione sia una parte importante della riflessione personale sulla vocazione. I propedeuti si recano, infatti, presso il centro “Bignamini” di Falconara, facente parte della Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus, dove sono ospiti permanenti alcune persone diversamente abili. Il loro compito consiste nel trascorrere qualche ora in loro compagnia, animandone le giornate. Con l’andare dei mesi s’imparano i linguaggi, verbali e non, di queste persone. Gesti e suoni del tutto particolari, ma non meno comunicativi, tanto che s’instaurano legami anche affettuosi.

Nel centro di Ancona invece è attiva la mensa del povero “Opera Padre Guido” gestita da alcune suore in collaborazione con la Caritas, alla quale si rivolgono persone in difficoltà a vario livello. Le loro richieste vengono prese in considerazione da alcuni operatori che provvedono ad inserirli in un piano di sostegno in base alle loro necessità. Coloro che ne hanno i requisiti possono contare sulla possibilità di un pasto caldo quotidianamente preparato da alcuni volontari che vengono affiancati, in alcuni turni, dai propedeuti che anche in questo caso collaborano nel servizio a tavola e nell’accoglienza, con la massima disponibilità e flessibilità alle necessità che si vengono a creare sul momento.

I seminaristi del secondo anno invece quest’anno sono coinvolti in un’esperienza di carattere diverso. Si tratta di un’attività di tutoraggio presso l’Istituto dei Salesiani della città dorica, che organizza un doposcuola pomeridiano dove si ritrovano molti bambini di nazionalità e grado d’istruzione differente. Anche in questo caso occorre mettersi in discussione, rispolverando ciascuno le proprie competenze e reminiscenze in materia scolastica, cercando di aiutare i ragazzini nello svolgere i compiti assegnati, viste le difficoltà di alcuni provenienti da famiglie di cultura e lingua straniera. Oltre a “tornare sui banchi”, ma stavolta “salendo in cattedra”, si tratta principalmente di un’occasione per coinvolgersi un po’ nelle loro storie e dare una testimonianza di fede attraverso la disponibilità che caratterizza il nostro cammino.

Il gruppo del terzo anno è impegnato sul fronte dell’assistenza presso la Casa Alloggio “Il Focolare” delle Opere Caritative Francescane, a Camerano, che vede ospiti persone che convivono con le conseguenze prodotte dal virus dell’AIDS e che escono da percorsi di vita spesso travagliati. Il compito è quello di intrattenersi con loro per condividerne le problematiche, offrire un sostegno ed incoraggiamento, ed aiutarli nel disbrigo di alcune attività quotidiane. Con l’andar del tempo s’instaura un rapporto di fiducia che rende sicuramente più fruttuoso il tempo passato insieme e permette una condivisione più piena e sincera.

I seminaristi del quarto anno svolgono il loro servizio presso una struttura di accoglienza della Caritas che funge da mensa per i pasti serali e che, essendo fornita anche di posti letto, può offrire ospitalità alle persone senza fissa dimora. Questa realtà è stata promossa e realizzata dal Cardinale Menichelli come espressione concreta dello spirito di carità che deve animare la vita cristiana e segno tangibile per la diocesi che ha ospitato il XXV Congresso Eucaristico Nazionale. Le persone afferenti a questa realtà sono poi coinvolte in un programma di reinserimento nel tessuto sociale attraverso una rivalutazione delle proprie abilità professionali o l’immissione in alcuni percorsi riabilitativi.

I seminaristi al sesto anno, invece, operano presso il Centro di Ascolto Caritas di Ancona dove affiancano gli operatori che quotidianamente ricevono le richieste di persone in difficoltà, valutando come poterle aiutare in modo diretto oppure indirizzando i singoli casi verso percorsi adeguati. Si tratta di un’occasione in cui è possibile toccare con mano problematiche concrete, potendosi rendere conto al contempo di quali siano i punti deboli di una società in continua evoluzione, che genera nuove forme di povertà. Essendo l’ultimo anno di seminario, quello che prevede la tappa del diaconato, questo tipo di esperienza permette di avviarsi a vivere in modo ancora più pieno il ministero conferito dalla chiesa con l’ordinazione.

Tutto il percorso formativo è quindi denso di occasioni che mettono alla prova la sensibilità e le qualità di ciascun seminarista e al tempo stesso costituiscono un trampolino di lancio verso quelle che sono le esigenze della futura vita parrocchiale. Quello del seminario è quindi un cammino fatto di studio, di preghiera, di silenzio, di pastorale, di incontri, ma soprattutto è un percorso che forgia la nostra umanità con il fuoco della Carità, il dono più prezioso della fede cristiana.

Silvio Giampieri (diocesi di San Benedetto)

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