• Allarme vaccini. Dibattito tra pro e contro, rifiuti o corse alle vaccinazioni hanno segnato anche nelle Marche l’attualità del confronto sulla salute dei minori tra famiglie, Associazioni e, non ultime, le Istituzioni. Tra le tante paure, ora una certezza che arriva dal Governo regionale: ovvero, l’approvazione da parte della Commissione Sanità, presieduta da Fabrizio Volpini, esponente del Partito Democratico, della Proposta di legge (pdl) che prevede l’obbligo di vaccinazione per poter iscrivere i bambini nei nidi d’infanzia e nei centri per l’infanzia pubblici e privati accreditati. Il testo, ora, passerà all’esame del Consiglio regionale (leggi qui il documento completo).

Ma cosa prevede la Proposta di legge? Per il primo accesso del minore ai servizi indicati, il genitore o chi esercita la potestà genitoriale deve presentare una certificazione attestante l’assolvimento degli obblighi vaccinali rilasciata dalla competente struttura del Servizio sanitario nazionale. Sono esentati da quest’obbligo i minori affetti da immunodeficienza congenita o acquisita, o da altre patologie che rendano la vaccinazione pericolosa per la salute. Inoltre, la Regione ha stabilito una sanzione amministrativa pecuniaria da mille a 10mila euro per chi consentirà l’accesso ai servizi indicati senza la presentazione della certificazione necessaria.

La pdl è stata presentata il 22 novembre scorso e vuole affermare – si legge ancora nel documento – “l’importanza delle vaccinazioni che, come dichiarato dall’Oms, rappresentano la più importante scoperta medica effettuata dall’uomo, nonché uno degli interventi di prevenzione e contrasto più efficaci e sicuri che ha permesso di debellare malattie infettive mortali”.

Il testo prevede l’obbligo di presentare una certificazione attestante l’assolvimento delle vaccinazioni e rilasciata dal Servizio sanitario nazionale

Secondo i promotori del testo, i consiglieri Gianluca Busilacchi, lo stesso Volpini, Francesco Micucci, Francesco Giacinti, Federico Talè, Enzo Giancarli, Fabio Urbinati, Andrea Biancani, Gino Traversini, Claudio Minardi, Antonio Mastrovincenzo e Luca Marconi, infatti, “l’esperienza dimostra che più è alto il numero di persone vaccinate, meno le malattie possono diffondersi rendendo quindi difficoltosa la propagazione e la riproduzione dei microbi e proteggendo, così, anche quei soggetti che non possono accedere alla vaccinazione perché pericolosa per la loro salute rispetto a determinate condizioni cliniche”.

Tuttavia, gli stessi riconoscono che vi è attualmente in corso una flessione delle vaccinazioni che “ha colpito anche le Marche”, scese sotto la soglia di sicurezza prevista dai Livelli essenziali di assistenza (Lea), in particolare per ciò che riguarda il morbillo, la parotite e la rosolia (vedi Tabella 1, in alto). Da qui la necessità dell’obbligo, con l’impegno a “costituire un’alleanza con i Comuni e i Servizi di igiene delle Aree vaste, per fronteggiare insieme il calo delle vaccinazioni e le potenziali conseguenze sulla salute pubblica”.

La flessione delle vaccinazione ha colpito anche le Marche, scese sotto la soglia di sicurezza prevista dai Livelli essenziali di assistenza

Il testo, approvato a maggioranza con il voto contrario dei rappresentanti del Movimento 5 Stelle, non è però piaciuto ai rappresentanti delle Associazioni quali “Genitori per la vita”, “Genitori e figli per mano”, Acu Marche, Comitato “Montinari” Marche, Anmic, e “Oltre”. Tali realtà hanno manifestato il loro dissenso prima del voto, il 15 febbraio, con una lettera indirizzata al presidente del Consiglio regionale, Antonio Mastrovincenzo, e al Garante dell’Infanzia, Andrea Nobili, chiedendone il ritiro della proposta affinché venisse poi aperto «un vero tavolo di discussione sulla pratica vaccinale».

Alcune associazioni hanno espresso contrarietà al testo chiedendone il ritiro

Nella lettera (leggi qui il comunicato inviato), le Associazioni riassumono la loro contrarietà alla pdl in quanto sostengano calpesti gli articoli 3 e 32 della Costituzione, oltre a «violare trattati europei e a ledere i diritti umani». Ma un aspetto “più grave” preoccupa i vari gruppi firmatari e riguarda “lo sviluppo cognitivo, del linguaggio e della comunicazione”, ambiti che verrebbero “seriamente compromessi” nel caso in cui “il bambino venisse privato della frequentazione dell’asilo nido”.

Il timore è quello di scatenare delle vere e proprie “problematiche dello sviluppo” e compromettere un “adeguato sviluppo dell’identità” data la mancanza di un “confronto con i pari”. Inoltre, una situazione “traumatica” ancora più grave si avrebbe nel caso in cui l'”esclusione” venisse attuata in itinere, tenendo anche conto che “bambini non vaccinati, parzialmente vaccinati o con sospetto danno da vaccino e fratelli minori di questi” esitano la vaccinazione “perché messi di fronte alle problematiche che si sono verificate in famiglia”.

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