Noi ragazzi del Progetto «Il mondo che vorrei» il 21 marzo 2017, in occasione della “XXII Giornata della Memoria e dell’Impegno”, organizzata da Libera, Associazioni contro le mafie, ci siamo recati a Grottammare per prendere parte ad alcuni momenti di riflessione e di approfondimento su tre tematiche principali: gioco d’azzardo e ludopatie, terremoto e speranza e beni confiscati alla mafia.

Uno dei temi affrontati durante questa importante manifestazione legava il fenomeno della dipendenza dal gioco d’azzardo a quello delle mafie. Il primo intervento è stato presentato da Carlo Cefalani, uno dei promotori della campagna «slot mob» di Roma. Per introdurre il tema sono stati forniti alcuni dati riguardanti questa problematica così diffusa. L’Italia possiede uno dei primati nel mondo per quanto riguarda il guadagno ricavato dalle macchinette slot machine: circa 95 miliardi di euro di profitto. D’altro canto però i soggetti coinvolti in questa grave dipendenza ammontano a circa 800 mila casi (dal 2 al 4 % della popolazione).

Da questi dati preoccupanti è chiaro che delle virtù e dei valori che caratterizzano il gioco e lo sport è rimasto ben poco, va quindi presa con forza una posizione volta a contrastare il dilagare di questo fenomeno ormai di massa. La legalizzazione poi ha portato a una incentivazione della dipendenza ma soprattutto un potenziamento delle lobby che mirano ad un lucro facile sulle spalle di soggetti fragili che a causa degli indebitamenti finiscono in situazioni davvero drammatiche.

Approfondendo il tema delle lobby, è stato evidenziato come risulta davvero difficile fermare questo treno in corsa. Ne è la prova schiacciante la bocciatura del disegno di legge presentato dal PD insieme al movimento 5 stelle riguardante l’abolizione delle pubblicità del gioco d’azzardo. L’impegno di slot mob invece, riguarda soprattutto l’educazione dei ragazzi all’uso responsabile dei soldi e promuove l’informazione per abbattere questo problema in tre obiettivi: svolgere prevenzione sul territorio per i ragazzi, bloccare il proliferare di nuovi esercizi commerciali ed infine spronare i commercianti a togliere le macchinette slot dai loro esercizi.

La conferenza si è conclusa con un messaggio importante: «se pensiamo che il problema non esiste abbiamo già fallito il nostro lavoro ma se combattiamo per la risoluzione del problema non solo ci mobilitiamo per questa causa ma per un mondo più bello!».

Un altro tema è stato affrontato attraverso la proiezione del film «La nostra terra», diretto da Giulio Manfredonia sulla nascita delle cooperative agricole su terreni confiscati alle mafie. È stato scelto questo film perché nell’aprile 2016 è stato assegnato al patrimonio del comune di Grottammare un bene confiscato alla criminalità organizzata (un immobile costituito da un edificio parzialmente costruito di circa 1000 mq). L’amministrazione comunale ha deliberato di destinare l’immobile a finalità sociali e, in particolare per interventi in materia di disabilità, mediante affidamento in concessione a titolo gratuito.

Il film è ambientato in Puglia e narra le numerose difficoltà per la nascita di una cooperativa agricola su un podere confiscato dallo Stato alla mafia locale. Il coraggio di chi si impegna a vivere con legalità sfidando l’omertà e la corruzione della gente del posto è al centro del film. L’attaccamento alla propria terra, al rispetto dei suoi tempi nella produzione, delle condizioni di lavoro degli operai sono un’alternativa ad una agricoltura di sfruttamento intensivo sia dei terreni che dei lavoratori. Nonostante i continui ostacoli alla creazione della cooperativa agricola, l’unione e la determinazione di tutti i soci sono stati indispensabili al raggiungimento dell’obiettivo, diventando un esempio di legalità per la popolazione locale.

Ogni anno Libera organizza “E!State Liberi”, campi estivi di impegno e di formazione dei beni confiscati alle mafie e riutilizzati socialmente. Migliaia di giovani scelgono ogni estate di fare questa esperienza, di essere protagonisti attivi e di volersi impegnare in azioni concrete, di responsabilità e di condivisione. Caratteristica fondamentale di questi campi estivi è l’approfondimento e lo studio del fenomeno mafioso tramite il confronto con i familiari delle vittime di mafia, le istituzioni e gli operatori delle cooperative sociali e delle associazioni che gestiscono i beni confiscati.

Il filo rosso che unisce il tema principale del film con campi estivi organizzati da Libera, è quello di diffondere una cultura fondata sulla legalità democratica e sulla giustizia sociale, che possa efficacemente contrapporsi alla cultura della violenza, del privilegio e del ricatto.
Senza dubbio questo evento è stato per noi un’occasione importante di formazione dove abbiamo scoperto quanto i temi che spesso affrontiamo nelle classi, durante le nostre attività, sono collegati al fenomeno delle mafie. Questa giornata oltre ad essere un interessante evento d’incontro tra varie realtà, è stata l’occasione per ricordare tutte le vittime morte a causa della mafia.

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