Un omaggio a Giacomo Leopardi conĀ Alessandro D’AveniaĀ inĀ Lā€™arte di essere fragili. Come Leopardi puĆ² salvarti la vita, dall’omonimo libro edito daĀ MondadoriĀ per la regia diĀ Gabriele Vacis,Ā sabato 7 ottobreĀ alĀ Teatro Persiani di RecanatiĀ per lā€™inaugurazione della stagione nata dalla rinnovata collaborazione tra ilĀ Comune di RecanatiĀ e lā€™AMAT.Ā La cittĆ  del sommo poeta ospita il racconto teatrale che Dā€™Avenia sta portando da un anno nelle principali cittĆ  italiane, dopo lā€™uscita del libro in vetta alle classifiche dei libri piĆ¹ venduti, con grande risposta da parte del pubblico che ha affollato i teatri e bruciato in tempi record le prenotazioni, ancheĀ  a Recanati dove il teatro ĆØ da giorni sold out.

Con la regia diĀ Gabriele VacisĀ e le scenofonie diĀ Gabriele Tarasco, D’Avenia trasforma il teatro in una classe senza muri, a cielo aperto, perchĆ© chiunque partecipi, a qualsiasi etĆ , accompagnato da parola, musica, immagini e lettura dei capolavori leopardiani, possa sperimentare che la notte dei desideri ĆØ ogni notte e che la letteratura salva la vita, solo quando siamo disposti ad ascoltarla davvero.

Il teatro ĆØ parola in azione. Per questo Alessandro D’Avenia ha deciso di portare gratuitamente in giro per l’Italia la bellissima storia di Leopardi e delle etĆ  della vita, che il poeta recanatese seppe definire meglio di chiunque altro perchĆ© fu costretto a viverle piĆ¹ in fretta, piĆ¹ in profonditĆ . Ogni tappa ĆØ un’arte da imparare: adolescenza o arte di sperare, maturitĆ  o arte di morire, riparazione o arte di essere fragili, morire o arte di rinascere. Ā«Tutto questo attraverso una Narr-Azione. Non si tratta di un monologo teatrale ā€“ si legge nelle note di presentazione -, di una parte recitata, ma di una parola che di volta in volta si nutre dei luoghi e degli incontri con le persone, diventando un racconto sempre nuovo, quante sono le serate. Il teatro diventa una notte di stelle, magari quella di San Lorenzo, quella in cui ci permettiamo il lusso di essere all’altezza dei nostri desideri e li leghiamo al movimento degli astri, come fece Leopardi dall’inizio della sua vita. Minuto dopo minuto il pubblico ĆØ inserito in un vero e proprio esercizio di meraviglia, quello di chi scopre la poesia incastrata nella vita quotidiana, il sublime nell’ordinario, e risponde all’appello della bellezza cercando di replicarla. Solo la bellezza provoca quei rapimenti che costrinsero Leopardi a diventare poeta. A 21 anni aveva giĆ  scrittoĀ L’Infinito. E noi? Noi con le nostre fragilitĆ , debolezze, fallimenti, non sembriamo titolati a far nulla di buono? Non ĆØ vero. Leopardi diventĆ² il piĆ¹ grande poeta moderno proprio perchĆ© seppe trasformare la sua fragilitĆ  in canto, attraversandone le stagioni dell’incanto e del disincanto. Avrebbe avuto tutti gli alibi possibili, ma non si scusĆ² mai di non essere all’altezza, perchĆ© decise di ā€œfare qualcosa di bello al mondo, conosciuto che sia o no da altruiā€ come dice nelloĀ ZibaldoneĀ».

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