“C’è sempre qualcosa da fare. Anche quando non si può guarire, possiamo curare. È il momento di farlo sapere a tutta la nostra società. Nessuno viene mai scartato. Questa è dignità. E non è poco”. Lo ha detto questa mattina mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la vita (Pav), aprendo al Palazzo dei congressi di Riccione i lavori del congresso della Società italiana di cure palliative (fino a sabato 16 novembre). “Le cure palliative – ha osservato mons. Paglia – si collocano nella linea dell’accoglienza del malato e del sofferente, del più debole, nella linea di Papa Francesco che denuncia la ‘cultura dello scarto’”. Molto cammino è stato fatto dal movimento palliativista e tuttavia, ha aggiunto, “credo resti ancora molto da fare per promuovere una vera e propria ‘cultura palliativa’ nel nostro Paese e non solo, sia per rispondere alla tentazione di una cultura che spinge verso l’eutanasia e il suicidio assistito, sia soprattutto per far maturare il più largamente possibile la cultura della cura dell’altro che permetta di offrire una compagnia di amore sino al passaggio della morte”. Mons. Paglia ha sottolineato che, a dieci anni dalla legge 38/2010 sulle “disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative”, la cultura palliativa fatica ancora a trovare spazio nella nostra società. “È il momento di integrare le cure palliative nell’orizzonte clinico e universitario attraverso l’istituzione di una cattedra specifica – ha affermato mons. Paglia –. È necessario che venga riconosciuta la singolarità della formazione nelle cure palliative che peraltro risultano essere un modello di cura che prende l’avvio sin dal momento della diagnosi, sviluppandosi progressivamente nel corso dalla malattia”. A questo riguardo – ha annunciato – “a Milano il prossimo 25 marzo 2020 presso l’Università statale teniamo un convegno, organizzato insieme dal Dipartimento di cure palliative dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano e dalla Pontificia Accademia per la vita, con la presenza di alcuni rettori di Università italiane con l’intento di promuovere questo ambito strategico della cura”. “Serve un impegno più forte della politica sanitaria per una adeguata implementazione della legge sulle cure palliative nel territorio nazionale – ha concluso mons. Paglia – in quanto la promozione delle cure palliative evita lo spreco di risorse e una loro allocazione più appropriata clinicamente e più equa socialmente”.

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