«Papa Francesco è un uomo dalla grande creatività spirituale», così lo definiva il gesuita fratel Salvador Angel Mura, suo autista nel periodo che va dal 1975 al 1979, quando padre Bergoglio era Provinciale dei Gesuiti dell’Argentina.

Il Papa ci sorprende sempre con la sua vicinanza alle persone in difficoltà che raggiunge telefonicamente o talvolta anche fisicamente nei luoghi più impensati e più dimenticati da Dio, come quando, Giovedì Santo, si è recato presso il carcere Regina Coeli per la lavanda dei piedi ai detenuti. Verrebbe spontaneo domandarsi, ma a lui chi ci pensa? Chi può fargli una sorpresa? Sì, perché anche il Papa è un uomo, anche lui ha bisogno della nostra vicinanza, non solo delle nostre preghiere!

Essendo un’insegnante della scuola Primaria “A. Frank” di Pollenza, con i miei alunni di 4A e 4B, che quest’anno riceveranno per la prima volta Gesù Eucaristia, abbiamo pensato di fare una sorpresa al Papa! Conoscendo il grande legame di amicizia e di stima reciproca, che intercorreva fra il Santo Padre e il suo autista Fratel Mura, in accordo e in collaborazione con i miei colleghi di classe Alessandro Rinaldi, Franca Monti e Manuela Pirro, abbiamo presentato come testimone della fede, fratel Salvador Angel Mura SJ ai nostri alunni durante l’ora di Religione, e loro, affascinati dal personaggio, hanno iniziato a disegnare la sua storia e hanno realizzato una biografia per immagini e un grande circuito stradale, che collega tutti i momenti salienti della vita di questo umile gesuita! (Trovate la serie di immagini alla fine di questo articolo, ndr).

Del resto, la storia di fratel Salvador mi era ben nota perché, il mio “fratellino” – come lo chiamavo scherzosamente – è stato anche un mio grande amico, che mi ha accompagnato per i sentieri tortuosi della vita per ben 14 anni!

Mi piace citare il mio conterraneo, padre Matteo Ricci: «Ragion d’essere dell’amicizia sono il bisogno reciproco e il mutuo aiuto» per esprimere il grande affetto che mi legava a fratel Salvador, lui era il mio consigliere ed io ricambiavo con telefonate, visite, preghiere e … caramelle. All’incirca un paio di mesi prima che il Fratello salisse al Cielo in una telefonata mi disse: «Elisabetta, vanno bene le telefonate, le visite, le preghiere, ma ci vogliono anche le caramelle!». Questa frase, che è stata ben immortalata dai disegni dei bambini, mi ricordava così, semplicemente, che la carità è fatta di gesti concreti, di piccole attenzioni verso l’altro!

Fratel Mura, pur avendo un carattere forte, sapeva farsi prossimo di chiunque avesse accanto, trattava gli altri con squisita disponibilità e gentilezza, ricco di delicate attenzioni. Mi raccontava che quando serviva l’ormai anziano e malato cardinal Dezza, l’alto prelato soleva ripetergli: «Tu Fratel Mura mi vuoi troppo bene, non mi vuoi far morire!». Questa frase ha colpito l’immaginario dei miei alunni, tanto da realizzare disegni che ben evidenziano l’affetto del Fratello per l’anziano Cardinale.

La missione del Fratello a San José del Boqueron, un posto «lontano, lontano dove non c’era la luce e scarseggiava l’acqua», mostrava come il gesuita era stato in grado di adattarsi ad un luogo e a un modello di vita così diverso da quello in cui era cresciuto, da uomo di città, fratel Mura seppe adeguarsi alla vita di campagna e alla povertà! Lo spirito di adattamento in ogni situazione della vita è stata un’altra caratteristica evidenziata dai disegni dei bambini!

Soprattutto i bambini sono rimasti colpiti dalla fede incrollabile in Dio che fece fare al Fratello una scelta davvero controcorrente: abbandonare un lavoro sicuro, come quello presso la ditta che produceva macchine da scrivere, proprio mentre il direttore gli offriva un passaggio di livello e un aumento di stipendio, per seguire Gesù nella Compagnia! I bambini hanno realizzato dei disegni dove si vede il Fratello davanti ai tasti di una macchina da scrivere e poi il medesimo circondato dal logo della Compagnia.

«Siamo nelle mani di Dio», la frase che il gesuita Mura soleva ripetere in tutte le situazioni difficili della vita ha scatenato la fantasia degli alunni, nei loro disegni compaiono gigantesche mani celesti che escono dal cielo e sollevano l’auto del Provinciale Bergoglio guidata dall’autista Mura!

Lo stupore più grande che hanno provato i bambini è stato proprio quello di sapere che il Papa aveva per amico un… autista! Sì, un uomo che faceva un mestiere umile, ma che sapeva conquistare i cuori dei grandi personaggi di questo secolo con la sua simpatia e professionalità, ma anche con la sua fede profonda! Si vedono allora nei disegni, il futuro Papa che è in macchina con il Preposito generale dei gesuiti Pedro Arrupe e fratel Mura che li sta conducendo all’aeroporto, mentre un ostacolo impedisce loro di arrivare in tempo…ed il futuro Pontefice (che i bambini già vestono da Papa!) che scende a rimuovere l’ostacolo!

I bambini hanno perfettamente compreso il messaggio che la vita di fratel Mura trasmette: non importa nella vita quale mestiere uno faccia: impiegato, cameriere o autista, ma ciò che è importante è farlo bene, per il bene degli altri e da ciò deriva anche un bene per se stessi, ed ecco che fratel Salvador viene premiato con la più alta onorificenza: la medaglia Pro Ecclesia et Pontifice e i funerali solenni che hanno visto la partecipazione del Papa e del Generale dei Gesuiti.

Quando fratel Salvador, impossibilitato dalle cattive condizioni di salute, si era ritirato presso l’infermeria del Canisio, trascorreva intere giornate in preghiera, finché un bel giorno, esattamente il 13 marzo 2013, mentre guardava in Tv l’elezione del nuovo Papa, dal Vaticano diedero l’annuncio che il suo amico padre Bergoglio, era diventato papa Francesco!

Da quel giorno Fratel Mura accompagnò ogni viaggio papale chiuso nella sua cameretta, davanti alla Tv, con il rosario in mano. I bambini hanno rappresentato la scena in modo mirabile.

L’ultimo viaggio del Papa in Pakistan e Myanmar, fratel Salvador ha accompagnato il Papa, non con la preghiera, come era solito fare, ma con la sofferenza. Qualche giorno prima della partenza di Pontefice, il gesuita Mura è stato colpito da un infarto. Il 2 dicembre 2017, mentre il Papa saliva le scale dell’aereo per il rientro, il Fratello saliva al Cielo. Gli alunni lo hanno rappresentato sollevato dalle mani di Dio, nelle quali lui sempre si sentiva protetto, mentre il Papa entra in aereo.

Al termine della narrazione della vita di fratel Salvador un bambino ha urlato con entusiasmo: «Ma costui è un santo!». Se santo è colui che fa la volontà di Dio… allora i bambini hanno ragione ad acclamare in coro: «Fratel Salvador, Santo subito!» Così nell’ultima pagina viene rappresentata una grande strada che sembra condurre al Cielo e immagini del Fratello che corrono veloci sulla via della santità e si perdono nell’infinito.

Ora, non ci resta che immaginare lo stupore di Papa Francesco quando riceverà l’inaspettata sorpresa …pasquale! Il suo amico Mura, come tutti i santi, non giace dimenticato in un sepolcro, ma continua a viaggiare di cuore in cuore … per le vie misteriose dello Spirito.

E i bambini delle classi quarte? Il 13 maggio 2018, faranno la loro prima Comunione, non nella splendida chiesa di San Biagio, ma in un anonimo stanzone dell’Oratorio intitolato al “Cardinale Cento”, unico luogo rimasto indenne a causa del sisma del 2016.

Loro sognano…sì, sognano il Papa tra loro, che venga a celebrare la Messa della loro Prima Comunione e poi… tutti insieme a tavola ad ascoltare il Pontefice che racconta di quando il suo fedele autista sgommava per le vie di Buenos Aires. Con Papa Francesco, spesso i sogni più audaci diventano realtà, allora attendiamo in preghiera come il nostro testimone della fede, Fratel Salvador ci ha insegnato.

Qui potete leggere la risposta di papa Francesco.

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